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Red Snake

Regia di Caroline Fourest vedi scheda film

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La recensione su Red Snake

di articolotre
8 stelle

Per migliaia di anni le guerre sono state combattute sui corpi delle donne - - -

Ho visto "Red Snake". Meglio il titolo originale "Soeurs d'armes" ovvero Sorelle d'armi.

È fatto di cinema e di contenuto. Come tutti i film. Tutti. Non credo a chi sostiene che un film dev'essere fatto solo di cinema e che un eventuale contenuto è un elemento inquinante (e poi magari scopri che non ha niente da dire su quel 80-90% di film di guerra made in USA che il contenuto ce l'hanno, eccome!)

Per quanto dal punto di vista puramente filmico si possa avere da dire, resta il fatto che quello che "Soeurs d'armes" dice è talmente importante da farne comunque un film da vedere.

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Il film è ipercriticato. Cercandolo come Soeurs d'armes si trovano in francese tante recensioni e analisi fra cui una supermedia che gli dà 2,3/5 equivalente a un 4,6 su Filmtv. (Su Ftv non ha recensioni, solo un commento breve oltre la locandina della redazione.) Gli rimproverano tutto. Per prima cosa di essere ideologico (di quelli che lo criticano perché ideologico mi piacerebbe andare a vedere che cosa dicono, chessò, di "Mission", giusto per fare un nome).

Gli rimproverano di essere mal girato, mal sceneggiato, mal musicato e poi ancora di essere improbabile, troppo lento, con troppi o troppo pochi effetti speciali, e poi ancora di essere facilone nelle scene di battaglia, eccessivo nella commozione, esagerato nell'insistenza sul femminile.

Non lo dicono esplicitamente, ma sono sicuro che sotto sotto disturba che non ci sia il regista importante, il divo o la diva famosi, il testo rielaborato da un romanzo d'autore, la fotografia e la musica di qualcuno già premiato Qua o Là per Questo o Quell'altro.

Fortuna che almeno Première afferma che "Fourest pratique un vrai cinéma de contrebande, un cinéma de genre qui veut penser, ose des idées".

Certo che la Fourest fa un cinema che osa pensare e contrabbanda delle idee! Caroline Fourest, nata ad Aix-en-Provence nel 1975, qui alla sua prima regia, è una giornalista e scrittrice autrice di opere come "La fede contro la (libera) scelta" e "Tiri incrociati: la laicità alla prova degli integralismi ebraico, cristiano e musulmano".

 

scena

Red Snake (2019): scena

 

Le vicende narrate hanno al centro le vera storia di Nadia Murad, una yazida irachena vittima dell’Isis, sopravvissuta alla tratta degli esseri umani, oggi attivista e ambasciatrice Onu, alla quale è stato assegnato il Nobel per la Pace 2018 insieme a Denis Mukwege "per i loro sforzi volti a porre fine all'uso della violenza sessuale come arma di guerra".

La trama? Le violenze cui sono soggetti i curdi e in particolare le donne da parte degli integralisti dell'Isis. Più in generale la violenza di chi vuole imporre con la guerra e con gli stupri la sua visione della vita e del mondo a spese di chi semplicemente sostiene il proprio diritto a credere scegliere pensare quello che gli pare senza rompere le scatole a nessuno e senza che nessuno gliele rompa.

A queste violenze si oppongono diverse formazioni armate fra cui un gruppo combattente femminile cui sono andate ad aggiungersi due francesi e un'italiana. Per conoscere lo svolgimento il film è lì da vedere.

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Visto che siamo nel più maschilista dei Paesi del primo mondo mi limito a una sola citazione ;)

"Riuscirai a superarlo, credimi, ci vuole un po' di tempo. Avevo 16 anni quando è successo a me, e mi ci sono voluti anni per capire che non era colpa mia… non era colpa mia!

La violenza che hai subito è profonda… ma eccoti qui, a resistere, a combattere.

Tu sei forte, per migliaia di anni le guerre sono state combattute sui corpi delle donne, ma qui per una volta loro ci temono e la loro paura è la nostra forza."

La "loro paura" si riferisce al fatto che per gli integralisti Isis essere uccisi da una donna comporterebbe l'esclusione da quell'aldilà in cui li aspettano sette vergini a testa.

 

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