Regia di Peter Del Monte vedi scheda film
Riuscita traposizione letteraria di del Monte, l'indagatore dei sentimenti. Peccato per qualche errore, forse dettato dal voler fare qualcosa in più, dove vale il proverbio "il meglio è nemico del bene".
E' un'opera dichiaratamente ibrida, dal momento che intervalla la narrazione delle tristi vicende dell'Ortis ad un paio di interviste di letterati (uno dei quali Alberto Moravia), e ad una sequenza ambientata nel presente, dove un professore di liceo fa leggere e spiega l'opera agli studenti.
Ebbene, per quanto riguarda la parte principale relativa al libro del Foscolo la pellicola di del Monte mi ha convinto: la rappresentazione delle vicende del giovane infelicemente innamorato è sobria ed incisiva. Il regista costruisce anche un'indovinata atmosfera letteraria, un po' soffusa e vagamente trasognata, ma coinvolgente. Per questo mi chiedo: che bisogno c'era di aggiungere altro? Se le due interviste non sono necessarie, ma s'inseriscono senza scossoni nello scorrere della vicenda, la sequenza che vede Leopoldo Trieste come professore di liceo è proprio la quinta ruota del carro. L'incanto sentimentale e l'atmosfera del libercolo del Foscolo vengono cioè interrotti da una sequenza impacciata ed estranea.
Al centro della vicenda vediamo l'infelice amore del protagonista per la figlia di una famiglia benestante, dove però si pratica da generazioni il matrimonio d'interesse. Come da confessione del padre di lei, ogni membro della famiglia l'ha subito. Poi, però, dimentico del dolore patito, lo perpetua alle generazioni successive, come se fosse un'assoluta necessità. Non sappiamo quanto la ragazza ami Jacopo. Probabilmente lo ricambia, ma anche lei sembra aver ormai interiorizzato l'idea dell'inevitabilità del matrimonio combinato. Di Jacopo ci viene restituita la sensibilità, ma anche il suo essere preda dei suoi stessi sentimenti, e un'irrimediabile infelicità per l'amore negato.
Difetti a parte, è un'opera da vedere, specie per chi ama le trasposizioni letterarie. Si tratta di una pellicola prodotta dalla Rai per la televisione. Se però allora essa cercava di acculturare gli italiani, ora sembra affacendata nell'occupazione opposta. Per questo è bene recuperare queste opere dimenticate nei recessi più reconditi degli archivi, e tirare un utile paragone con la situazione odierna.
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