Jacopo Robusti, (Venezia 1518/19 - 1594) meglio noto come Tintoretto, sarebbe davvero e giustamente felicissimo oggi, a cinquencento anni dalla sua nascita, di vedersi finalmente celebrato come uno dei giganti della pittura europea del XVI secolo, dopo tutto quello che ebbe a soffrire per affermarsi.
Tintoretto il primo THINK BIG della storia dell'arte
Jacopo Robusti, (Venezia 1518/19 - 1594) meglio noto come Tintoretto, sarebbe davvero e giustamente felicissimo oggi, a cinquencento anni dalla sua nascita, di vedersi finalmente celebrato come uno dei giganti della pittura europea del XVI secolo, dopo tutto quello che ebbe a soffrire per affermarsi.
Non fu mistero infatti l'aperta rivalità con Tiziano, dovuta sia alla sua scenografica ed eclatante bravura, sia a causa di un temperamento irruente, ribelle e contraddittorio e forse anche per la sua estrazione semplice (era infatti figlio di un tintore, da li il soprannome).
Finalmente Venezia gli ha dedicato due mostre monumentali sia a Palazzo Ducale che alle Accademie in un riscontro monografico enorme che, a marzo volerà con 90 lavori a Washington. Inoltre per tre giorni la celebrazione di Nexo Digital con questo film, in uscita il 25 26 27 febbraio, coronerà la visione cinematografica e registica di Tintoretto, narrata dalla melliflua voce di Stefano Accorsi.
Non a caso poi Jean-Paul Sartre lo definì il primo regista della storia dell'arte per la sua capacità di inventare pose nuove, scenografie, presenze numerose da casting di grande fratello odierno, sorta di cinemascope treD dell'epoca, come nel capolavoro assoluto: il paradiso, che vede più di 500 figure dipinte, 500 corpi affastellati che lo rendono grande come un campo da tennis, grazie a cinquanta tele cucite assieme.
Egli era maestoso, sorprendente, innovativo tanto da lasciare appositamente non finite grandi porzioni di teleri, fu iconoclasta verso le ieraticità medioevali e incompreso.
Dipingendo velocissimo egli riuscì a produrre più di ogni altro. La sua estrazione umile poi gli fece capire al tal punto il valore del denaro che spesso preferiva regalare i lavori o pretendeva solo il rimborso dei costi dei colori. Grande la differenza dei prezzi esorbitanti di Tiziano che dipingeva per re e potenti, monarchi e ambasciatori, nobili di corte con conseguenti richieste economiche adeguate e vertiginose.
L'artista fu l'unico, al contrario di Veronese e Tiziano, i grandi che ruotarono intorno alla Serenissima, ad essere proprio nato a Venezia, in Cannaregio, al ponte del cammello, zona popolare, riuscendo poi con grinta e ferrea determinazione, metodi a volte non corretti, a puntellarla di suoi dipinti e affreschi in chiese, scuole e ovunque egli potesse esprimersi, pienamente consapevole del suo talento, anche se non ancora compreso del tutto.
Egli infatti amò follemente la pittura e Venezia fino a mettersi in pericolo di contagio. Quando con la peste il 25 giugno 1577 la città si svuotò, egli rischiò tutto: famiglia, salute e vita stessa, rimanendo a dipingere e andando contro la pestilenza e le migliaia di morti per adempiere alla scuola di San Rocco, ex voto, che fu la scuola della sua vita.
Solo un folle ha voluto e potuto raccontare la storia dell’umanità attraverso la morte, la pestilenza e poi persino un incendio a palazzo ducale. E solo i poveri, gli artisti e i politici sono rimasti lì a tenere viva la città, si legge nelle cronache.
L'attuale sua celebrazione internazionale, la sua riscoperta in questo ultimo XX secolo, dimostra che a volte ci vuole tempo ad essere capiti come geni; portando pazienza tutto si risolve e viene capito; anche se ci volessero solo 500 anni!
CONSIGLIO: da vedere assolutamente, poichè le due monografiche di Venezia si sono già concluse e non tutti possono volare a Washington; da più di 70 anni, cioè una vita intera, non si faceva un omaggio così importante a un tale genio. Approfittatene quindi. Almeno cinematograficamente!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta