Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Sceneggiata napoletana di pochi mezzi, ma discreto cast, che vede l'impiego di Enrico Maria Salerno nei panni del feroce camorrista De Michele (lui che così spesso in quegli anni, invece, interpretava il ruolo opposto del commissario di polizia), di Massimo Ranieri e Fabio Testi come i fratelli Palumbo (i buoni, insomma) e di Valeria Valeri come madre di questi ultimi due. Se il cast è accettabile, però, è la sostanza della storia a fare cilecca da ogni parte: la sceneggiatura firmata dal regista insieme a Mario Gariazzo (autore ed anche regista di serie B) è ancorata ad una serie di banalità che miscelano senza fantasia alcuna il gusto per il melodramma (appunto, la sceneggiata napoletana) con la componente 'nera' della violenta sfida fra onesti e delinquenti. Non si lesinano perciò cadaveri, armi da fuoco e persino infarti (a cavalcare lo stereotipo della 'morte di crepacuore'). Amadio nella sua carriera durata circa un quarto di secolo (fine anni '50-inizio anni '80) ha fatto un po' di tutto, probabilmente perchè non era specializzato in nulla di particolare; non è stato comunque un regista disastroso, ma ha licenziato pellicole di eterogenea fattura senza lasciare segno del proprio passaggio in alcun ambito: nè nella commedia, nè nel poliziesco, nè nell'erotico, nè nel peplum. Questo Il carabiniere è un modestissimo fotoromanzo di spiccata vena patetica e poca presa, nonostante quantomeno Salerno. 2/10.
Il camorrista De Michele vuole comprare il podere della famiglia Palumbo; i Palumbo però rifiutano ostinatamente. Uno dei due figli, carabiniere, se la intende pure con la figlia di De Michele. A quel punto il boss non ci vede più e fa ammazzare il giovane, il cui fratello decide - visto che la polizia non interviene - di vendicarsi da sè.
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