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DolceRoma

Regia di Fabio Resinaro vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su DolceRoma

di axe
5 stelle

Il giovane Andrea Serrano, impiegato presso una camera mortuaria e scrittore di scarso successo, è contattato da Oscar Martello, un maturo imprenditore dei media - affarista senza scrupoli ed amante della bella vita - il quale vorrebbe utilizzare l'opera dello scrittore "Non Finisce Qui" quale sceneggiatura per un film, del quale impersona la protagonista la tormentata attrice Jacaranda Ponti. La scarsità di capitali conduce ad un risultato disastroso, ma sia la moglie di Oscar, donna che con il suo patrimonio finanzia attività e vizi del produttore, sia il distributore ed amico Remo, premono per l'uscita del film; pertanto, per attrarre il pubblico in sala nonostante l'infima qualità del prodotto, Oscar e Andrea organizzano il rapimento di Jacaranda, facendo credere che sia opera della criminalità organizzata, come ritorsione per la realizzazione di quello che dovrebbe essere un film di denunzia. A questo punto, si verificano alcuni imprevisti che complicano la situazione. Per evitare una cattiva pubblicità, Jacaranda aveva quasi distrutto tutte le copie dell'opera; la criminalità organizzata è realmente interessata all'operazione di lancio del prodotto; il commissario Ventura si avvicina alla verità sul rapimento. Per quale motivo, inoltre, è così importante la pubblicazione del film, per Remo, Oscar e la moglie, e quale rapporto lega queste persone a Jacaranda ? Una trama poliziesca, alcune situazioni "thriller" e tonalità grottesche caratterizzano questo film italiano, dalle valide premesse e coraggioso nella realizzazione. Il risultato è un'opera con aspetti positivi e negativi. Tra i primi, l'originalità. Personaggi dai caratteri "estremizzati", in alcuni casi fortemente e volutamente stereotipati, vivono esplosioni di passioni le quali conducono la narrazione, inizialmente dai connotati di una commedia nera, in un ben definito ed inedito ambito noir. Alcuni personaggi possono strappare qualche risata (il regista nevrastenico, i tre camorristi-macchietta) ma la vicenda si conclude nel dramma, poichè si risolve in uno scontro tra intelligenze, una più bieca dell'altra. Interessante, poi, la scelta di creare un film ... nel film. Il regista sembra voler portare allo scoperto quanto di marcio c'è nel mondo della produzione cinematrografica. Regista, tecnici, attori sono semplici strumenti nelle mani di produttore, finanziatore, distributore; solo lo sceneggiatore esula dal contesto, per esigenze di trama. Non è difficile leggere in ciò una critica contro l'asservimento dei media al mero interesse economico; a riprova di ciò, Oscar Martello, nelle prime sequenze in cui appare, valuta delle opere letterarie basandosi sulla loro corposità. Tra gli aspetti negativi, elenco recitazioni non eccezionali (spiacente, Lorenzo Richelmy nei panni di Andrea non mi ha entusiasmato) ed una certa tendenza a "strafare". Le sequenze del bagno nel miele, la lotta con le katane, mi sono sembrate fuori luogo, messe lì tanto per mostrarle. Infine, ho rilevato un vizio nella sceneggiatura; lo scioglimento - almeno per me - è veramente imprevedibile. Ritengo non siano stati dati allo spettatore elementi sufficienti per raggiungere da solo la soluzione dell'enigma. Mi è piaciuta l'interpretazione di Luca Barbareschi, nelle vesti di un personaggio ben caratterizzato. Il suo Oscar Martello è una persona spregiudicata, ma, in un certo qual modo, positiva, perchè non fa nulla per nascondere la grettezza del suo animo; tra i cattivi, è il meno peggiore. Il film è caratterizzato da colori vivaci e contrastanti, un montaggio frenetico, ambientazioni evocative, diverse citazioni (sarà una casualità ? Nelle sequenze iniziali, il desktop del computer di Andrea ospita un logo ed un emulatore Amiga) una colonna sonora composta da diversi generi. Un prodotto viziato da alcuni difetti che immagino dovuti alla poca esperienza del regista, ma da apprezzate per sonorità e coraggio.

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