Regia di Fabio Resinaro vedi scheda film
Ma come? A Cinematografo di Marzullo hanno detto che è un film meraviglioso? :-)))
Ho trovato interessanti il montaggio, alcune soluzioni di ripresa, l'interpretazione di Luca Barbareschi che si staglia come un'eccezione in un insieme di prove poco convincenti, forse, anche a causa di una certa inesperienza registica. La trama non è da disprezzare, ma, la sceneggiatura ha delle cadute spaventose. Una per tutte la scena dei camorristi nella villa del produttore. E poi un commissario così caricaturale non si sopporta. Perché il regista non ha detto all'attore di essere più spontaneo, meno artificioso, invece, di costruingerlo ad adattarsi gigionescamente ad una maschera? Il sottotesto è abbastanza articolato: il senso catartico dell'intrattenimento in un gioco osmotico tra realtà e finzione, il disorientamento giovanile, l'ossessione del successo, la critica allo showbusiness, al sistema in genere e al consumo di film. Con una storia così ricca ed intricata dal sapore noir, occorreva essere molto rigorosi, al limite, saper camuffare certe esagerazioni drammaturgiche in modo che il pubblico sospenda il giudizio. Andava bene un registro da black commedy, invece, il film scade in una commediaccia all'italiana e senza la perizia di un Vanzina. Se il punto di riferimento era la commedia in stile Wilder o Il grande Lebowski, allora, consiglio una seria autoanalisi. Forse si sono lasciati prendere un po' troppo dall'entusiasmo. Il mestiere sartotiale c'è; è evidente. Manca tutto il resto. Agli esordi bisogna contenersi; non strafare; andare per sottrazione. "Il film non è brutto; è moderno; spezza il linguaggio; interessante." Battuta metacinematografica.
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