Regia di Michele Soavi vedi scheda film
Non si può negare che Soavi, al suo primo film, avesse già un certo senso dello spettacolo orrorifico. Però la sceneggiatura è quella che è: se la cava con la presernza del maniaco fuggito dalla clinica senza minimamente preoccuparsi di trovare una spiegazione purchessia ai suoi gesti omicidi, come invece facevano quelli che ormai sono piccoli classici dell'horror americano, come Halloween o Venerdì 13. Certe immagini in controluce e la musica fracassona ed elettronica tipica degli anni ottanta, poi, completano l'opera.
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