Regia di Michele Soavi vedi scheda film
Vincitore del 1° premio al Festival di Avoriaz nel 1987, l'opera d'esordio di Michele Soavi è stata prodotta da Massaccesi (alias Joe D'Amato). La pellicola, notevole nella sua struttura tematica e stilistica, appare come un "bagliore nel buio". Già, di fatto, in quegli anni era difficile assistere ad un vero horror (tanto più italiano). La potenza espressiva di Soavi deve molto alla sua assistenza (come aiuto regista) che per anni (dal 1979 ca) ha prestato a Dario Argento, Lamberto Bava e Lucio Fulci. Non è difficile riscontrare nel film sequenze che richiamano alla memoria le opere dei sopracitati registi: ma non in senso di copia! Tutt'altro: Soavi dimostra una padronanza della macchina da presa comune a pochi altri talenti. Un film unico e irripetibile, quando ancora il film dell'orrore era tenuto in grande considerazione (da pubblico e produttori)....
Nota curiosa: il titolo di lavorazione (Aquarius) venne in mente a Soavi come metafora; il teatro avvolto da un violento temporale con all'interno le inconsapevoli vittime, richiama a tutti gli effetti un acquario.
Uno psicopatico, evaso da un ospedale psichiatrico, prende possesso di un teatro all'interno del quale un gruppo di attori sta eseguendo alcuni provini. Dopo aver bloccato l'unica via d'uscita del teatro, il folle s' impossessa di una maschera da barbagianni... ed inizia la sua personale rappresentazione di Morte!
Bellissima ed in perfetta sintonia con tutte le sequenze di tensione.
Nulla!!!
Attivo nel cinema di genere italiano (dal film Caligola di Joe D'Amato a La casa 5 di Fragasso) Brandon ha sempre dignitosamente rappresentato personaggi ambigui e psicologicamente sofferenti (eccezionale l'interpretazione del Tv film Il maestro del terrore di L. Bava). Proprio come in questa pellicola di Soavi, Deliria, dove riveste il ruolo di un cinico (quanto vigliacco) regista teatrale.
Apparsa in diverse produzioni horror sul finire degli anni '80 (es.: La Chiesa), la Cupisti è la classica ragazza della porta accanto, dotata di un buon mestiere e particolarmente votata all'interpretazione di scene ad alto contenuto di tensione.
La vittima sacrificale del horror italiano: con la testa perforata da un trapano in Paura nella città dei morti viventi; con il cranio "scoperchiato" in Cannibal Ferox; col cuore estirpato in La setta; mangiato vivo in Apocalypse tomorrow; squartato in Deliria. Un figurante che resterà comunque impresso a lungo nelle menti dei fans del horror all'italiana. Ultimamente ha curato le scenggiature dei film tv I ragazzi del muretto.
Un caso unico nel panorama cinematografico italiano. Dopo Deliria (a parere di chi scrive il suo film più bello) Michele realizza La Chiesa e La Setta (prodotti da Argento) realizzando due piacevoli pellicole. Cade di tono quando realizza Dellamore Dellamorte (ispirato a Dylan Dog) poichè farcisce il film di ironia troppo in contrasto con la violenza (davvero forte) della storia. Dopo problemi personali Soavi abbandona il set (1991) per fare il suo grande ritorno nel 2001 quando dirige l'incredibile film TV La Uno bianca (ispirato alla figura dei famosi mass killer). Ottenendo, c'era da giurarlo, uno share altissimo e un buon riscontro di critica.
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