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The Farewell - Una bugia buona

Regia di Lulu Wang vedi scheda film

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La recensione su The Farewell - Una bugia buona

di port cros
7 stelle

Il film della regista sino-americana Lulu Wang affronta con grande sensibilità il tema della perdita e dell'importanza di dirsi addio, l'importanza dei legami familiari e si interroga sul valore della sincerità, tratteggiando con intelligenza la tematica delle differenze culturali tra la sua patria di origine e quella di adozione.

 
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La giovane Billi è emigrata da bambina dalla Cina agli Stati Uniti insieme ai genitori, ma si tiene in contatto costante con l'amata nonna Nai Nai, che vive a Shanghai. Quando sopraggiunge dai parenti cinesi la ferale notizia che Nai Nai ha un male incurabile che la porterà presto nella tomba, la famiglia si inventa il matrimonio frettoloso di un cugino come scusa per riunirsi tutti insieme alla matriarca per un'ultima volta, senza che lei sospetti, rispettando il costume cinese di non informare gli anziani malati della loro imminente dipartita, per non angustiali inutilmente negli ultimi mesi della loro esistenza. Non è previsto che Billi partecipi alla reunion, ma la determinata ragazza si imbarca su un volo e giunge a sorpresa a casa dell'anziana, che va in visibilio all'idea riabbracciare anche l'adorata nipote insieme a tutti gli altri parenti, riuniti per la prima volta dopo venti anni (anche lo zio di Billi si è costruito una vita ed una famiglia all'estero, in Giappone). Nonostante la malattia, la donna, che assume medicamenti che le vengono spacciati per semplici vitamine, è ancora molto energica e si intesta il compito di organizzare un matrimonio "come si deve" e di dispensare consigli di vita alla nipote, che è lacerata tra i dettami dell'onestà e quelli del rispetto della volontà della famiglia e della serenità della nonna.
 
 
Il film dalle tematiche autobiografiche, in cui la regista sino-americana Lulu Wang racconta la vicenda della propria famiglia, affronta con grande sensibilità il tema della perdita e dell'importanza di dirsi addio, l'importanza dei legami familiari anche quando si vive a migliaia di chilometri di distanza  e non ci si vede per lustri, ma costituisce anche una riflessione sul valore della sincerità (ci sono casi in cui "una bugia buona" è moralmente preferibile alla verità?).

Parlata in inglese ed in mandarino, l'opera di Lulu Wang tratteggia con intelligenza la tematica delle differenze culturali tra la sua patria di origine e quella di adozione ed i contrasti che chi vive a cavallo tra due mondi si trova ad affrontare: non informare una persona che è gravemente malata, con la complicità dei medici, "negli USA sarebbe illegale", commenta la scettica Billi, ma, come le spiega lo zio, la concezione della morte è differente tra l'Occidente e l'Oriente, dove tale silenzio è considerato una forma di responsabilità da parte della famiglia, che porta il peso della devastante verità al posto della persona malata. La ragazza cresciuta a New York si trova come spaesata nella terra dei suoi avi, con cui tuttavia avverte un profondo legame rappresentato proprio dalla figura della nonna, seppur faccia fatica a comprenderne le regole e la mentalità. Come in molti film cinesi contemporanei, non manca di sollevare il problema della distruzione della tradizione causata dal vorticoso sviluppo del Paese, con Billi che non ritrova più i luoghi legati ai suoi ricordi da bambina, abbattuti per far posto a mastodontici progetti residenziali.
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