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The Farewell - Una bugia buona

Regia di Lulu Wang vedi scheda film

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La recensione su The Farewell - Una bugia buona

di supadany
7 stelle

Festa del Cinema di Roma 2019 – Selezione ufficiale.

È meglio raccontare una bella bugia o rifugiarsi in una brutta verità? Partendo dal presupposto secondo il quale non esiste una risposta inequivocabilmente corretta e che occorre esaminare attentamente il singolo caso, ci sono situazioni che suggeriscono di ricorrere a un approccio estraneo all’etichetta. Chiaramente, è sempre la sensibilità delle persone coinvolte a fare la differenza, determinando in ultima battuta la strada da percorrere.

Così, in The farewell, già acclamato a furor di popolo al Sundance e reduce da un voluminoso successo di pubblico nei territori del Nord America, una famiglia si riunisce dopo tanti anni sfruttando una menzogna, per giunta non così difficile da smascherare. A volte, è meglio non fare i guastafeste e stare al gioco, godersi quegli istanti d’oro colato che nessuno potrà mai estirpare dalla memoria.

Quando scoprono che Nai Nai (Zhao Shuzhen) ha pochi mesi di vita per colpa di una malattia terminale, i suoi familiari decidono di andare a trovarla per l’ultima volta, inscenando un finto matrimonio come giustificazione di una visita in pompa magna. Infatti, seguendo un’abitudine cinese, preferiscono non metterla a conoscenza delle sue reali condizioni di salute, convinti che la paura finirebbe per peggiorare le cose.

All’allegra brigata, si aggiunge all’ultimo momento anche Billi (Awkwafina), la nipote di Nai Nai, che da anni vive a New York, l’unica del gruppo che preferirebbe raccontare la verità all’anziana.

Saranno giorni emozionanti e indelebili per tutti, soprattutto per Billi, che non sta attraversando una fase brillante della sua vita.

 

Awkwafina

The Farewell - Una bugia buona (2019): Awkwafina

 

Sarà pure un film dalla scocca leggera, un prodotto calibrato per elargire forti emozioni e sguaiato in assonanza alla famiglia protagonista, eppure The farewell ha un interno fondente, ottenuto convogliando molteplici questioni aperte e stati d’animo, tra fattori posizionati in rilievo, come l'indistruttibile affetto che lega una nonna ai suoi nipoti, e altri da captare – a piacimento - tra le righe.

Tutto ruota attorno a una riunione di famiglia pianificata dopo tanti anni di lontananza, con le inevitabili differenze instauratesi nel frattempo, un’occasione che permette di discorrere delle abitudini cinesi e di quelle americane, di intavolare un confronto tra chi non ha mai abbandonato la terra di origine e chi scelse di levare gli ormeggi, di notare - come solo un occhio esterno può fare - le variazioni insite nel tessuto, urbanistico (con una carrellata sui nuovi grattacieli edificati uno in fila all’altro, come a formare enormi formicai) e sociale (i costumi corrono), della Cina contemporanea.

La regista Lulu Wang condensa la narrazione in poco più di novanta minuti, senza urlare i suoi pensieri ai quattro venti - anche se un’esclamazione ad alta voce c’è ed è liberatoria come poche altre -, pescando le carte vincenti da un mazzo assortito.

Dunque, l’infuso prodotto modifica il tenore con costanza e sorprendente naturalezza, mescolando soprattutto i caratteri in gioco, grazie alle varie generazioni chiamate in causa e ai comportamenti che svariano dal fronte della tradizione (e chiusura) fino alla fronda che guarda incessantemente al futuro, come per anticiparlo, domarlo e infine cavalcarlo al meglio.

Inoltre - in mezzo, sopra e sotto, pure da ogni lato ispezionabile - svetta la spontaneità travolgente di Awkwafina, perfettamente allineata a un personaggio tremendamente vivo, sincero anche quando non può raccontare la verità, scorbutico perché umanamente sprovvisto di veli, bisognoso di un aiuto (che non chiede mai apertamente) ma ben disposto a spendersi a vantaggio degli altri.

 

Awkwafina

The Farewell - Una bugia buona (2019): Awkwafina

 

Considerando anche una dialettica aperta, che sventola orgogliosamente la bandiera della sua essenza popolare,The farewell espleta in pieno l’incarico di creare una connessione empatica, spargendo semi che attecchiscono anche in altri terreni, con lungimiranza e una protagonista che si rivela essere un propellente di elevata duttilità.

Amabile e croccante.

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