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E poi c'è Katherine

Regia di Nisha Ganatra vedi scheda film

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La recensione su E poi c'è Katherine

di alan smithee
4 stelle

Donne di comando alla conquista dell'etere.

Katherine Newberry presenta ed è la produttrice di un talk show seguitissimo ed il più longevo mai condotto da una donna.

Per contro ella non sopporta le donne, né riesce a rapportarvisi: tutto il suo entourage autoriale è composto da giovani uomini pettegoli ed invidiosi, servili e ruffiani quanto basta per resistere a mantenere ognuno il proprio traballante posto di lavoro; tutti fermamente disposti a seguirla, obbedienti e devoti come cagnolini, ricevendo in cambio, quando va bene, un distratto cenno di approvazione. 

Ma quando, come prima o poi accade a tutti, le cose si mettono male e l'audience del programma diminuisce, una donna boss ancora più potente di lei, non vede l'occasione per fare fuori la tenace anchor woman, sostituendola con un comico dalla parlantina audace che sconfina nella più greve scurrilità.

Decisa a difendere il suo posto di lavoro con le unghie, Katherine sarà costretta a cambiare parte del suo atteggiamento, trovandosi per azzardo ad assumere una zelante improvvisata giovane autrice, riciclata da tutt'altra esperienza lavorativa.

La vicinanza obbligata tra le due donne, l'una ostile e prevenuta, l'altra dolce e ben disposta oltre ogni soglia di umana sopportazione, ma anche brillante e scaltra, porterà a situazioni assurde e talvolta esilaranti.

Per la regia della regista canadese-americana, ma di evidenti origini indiane, Nisha Ganatra, autrice di commediole leggere non particolarmente memorabili, E poi c'è Katherine può contare sulla verve e il notevole appeal di una attrice dal talento indiscusso come la grande Emma Thompson, la vera, unica erede di Meryl Streep in un ruolo che effettivamente ricorda, per piglio e vigore, la grande attrice americana nel celebre Il diavolo veste Prada.

Il resto del film, dopo un incipit divertente in cui la diva sfodera tutto il suo devastante temperamento a scapito di uomini-zerbino caratterialmente inesistenti, frana inesorabilmente nei trabocchetti di una commedia che, da arguta ed acida al punto da promettere piuttosto bene, cede poco per volta nel coté consolatorio e nell'emotivamente ruffiano compromesso di finire nelle maglie di un buonismo ruffiano e fuori luogo, quando anche la vita familiare e matrimoniale della diva tv viene messa a nudo da una compromettente fuga di notizie.

Nel ruolo della dolce ma tenace antagonista-collaboratrice della nostra incontenibile protagonista, troviamo niente meno che la sceneggiatrice del film, Mindy Kaling, simpatica nel suo incedere impacciato ma dignitoso, ma non proprio un temperamento in grado di bucare lo schermo con la propria gioiosa ed un po' trasognata personalità.

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