Regia di Gurinder Chadha vedi scheda film
All’ultimo anno di scuola superiore Javed, un ragazzo di origine Pakistana e di fede musulmana, grazie a un amico scopre la musica di Bruce Springsteen. Quella che inizialmente sembrava una semplice passione si trasforma immediatamente in un’ossessione in grado d’influire positivamente in ogni aspetto della sua vita. Javed, alter ego del giornalista Sarfraz Manzoor, autore del romanzo dal quale trae ispirazione la pellicola, diventa il protagonista indiscusso di un film per intenditori monotematici della musica d’oltreoceano. Una musica in grado di raccontare la stessa storia a latitudini differenti, perché, ed è questo il messaggio nemmeno troppo nascosto che desidera veicolare la regista di Sognando Beckham, non serve essere cresciuto necessariamente nel New Jersey per capire quanto la vita sia dura e quanto siano necessari i sacrifici di ogni giorno per farti arrivare in fondo. È quindi nella Luton siderurgica e operosa degli anni ottanta che si svolge una storia che narra di una famiglia patriarcale e di un ragazzo appassionato di poesia e musica e desideroso di trovare il proprio angolo di mondo ben lontano dai desideri paterni. Se in ‘Sognando Beckham’, era il desiderio di diventare una calciatrice con la ‘C’ maiuscola, che spingeva la giovane protagonista a prendere le distanze dalla sua famiglia, qui è invece Springsteen visto e vissuto come esempio da seguire che prende letteralmente il posto della guida paterna, incapace secondo il giovane Javed, impersonato da Viveik Kalra, alla terza pellicola ma alla sua prima prova di grande successo, di poterlo guidare verso la sua naturale inclinazione letteraria, perché il padre nel frattempo è troppo desideroso di vederlo sistemato e con un lavoro sicuro.
La pellicola nel frattempo si muove con agilità nel sottobosco Springsteeniano fatto di lotta e redenzione, di parole d’incoraggiamento per i diseredati e con danze in strada che strizzano l’occhio, in maniera nemmeno troppo velata, al mondo dei musical. Alla fine si sorride e riflette certi che la famiglia, per quanto ortodossa, sappia accettare le intemperanze dell’adolescente cresciuto fra pane e odio, perché nel frattempo se da un lato dell’oceano il Boss lottava contro Reagan dall’altro il popolo Britannico, e pakistano nello specifico, era alle prese con la ‘Lady di Ferro’ e con l’intolleranza di frange nazionaliste. Da vedere quindi se siete Springsteeniani di ferro, ma vi suggeriamo di non fermarvi alla semplice superfice musicale.
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