Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Bello il film e bello scoprire come era l'Europa un secolo fa.
Ovvero l’affare Dreyfus, che a fine Ottocento monopolizzò l’opinione pubblica francese e non solo. Molto in breve, si scoprì che un ufficiale francese (ma non si sapeva chi di preciso) faceva il doppio gioco per i tedeschi; i sospettati alla fine furono 4-5 e si puntò dritto a Dreyfus, solo perché era ebreo. Processo farsa e rapida condanna, con prove ridicole. In seguito un altro ufficiale casualmente scoprì un ulteriore traditore, che altri non era che l’unico traditore: Dreyfus era innocente. Cercò di convincere i superiori a riaprire il caso, ma questi non solo insabbiarono tutto, ma fecero anzi condannare l’ufficiale troppo curioso. A cui non restò altro che cercare di divulgare la cosa; da cui il famoso “J’accuse” dello scrittore Zola, il quale fece nomi e cognomi di quella che in definitiva era una congiura. E alla fine, è tutta storia, trionfò il bene e Dreyfus venne scagionato e reintegrato nell’esercito. Il film ricostruisce molto bene la vicenda (forse verso la fine si fa troppo didascalico), appassiona e si giova di un grande cast. Il protagonista è l’ufficiale che scopre lo scandalo, interpretato dal grande Jean Dujardin, in una bella prova. Il film è molto bello, diretto da Polanski, e gli darò 7,5. Di tutta la vicenda, però ciò che veramente colpisce è il razzismo antisemita dilagante nella Francia del tempo (e non solo in Francia) e ben ricordato nell’opera. Una cosa vergognosa, ributtante. Scopro poi che pare a un certo punto ci fu una raccolta fondi per attività contro Dreyfus: chi voleva lasciare dei soldi poteva lasciare anche un commento, e dunque tanti francesi, rileggendo questi reperti, e le frasi lasciate, potrebbero scoprire che alcuni dei loro avi furono della gran merde. Il film partecipò a Venezia, dove venne osteggiato il regista Polanski, che negli anni ’70, pare, ebbe un rapporto sessuale con una minorenne, e che fu accusato proprio alla vigilia del film da un’altra donna per un presunto stupro avvenuto 44 anni prima. La presidente della Giuria fece un gran casino ma alla fine il film rimase in concorso, e non solo, vinse il Leone d’Argento, Gran premio della giuria, una sorta di secondo posto (dietro Joker). Al botteghino però non andò bene.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta