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La maman et la putain

Regia di Jean Eustache vedi scheda film

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La recensione su La maman et la putain

di Springwind
10 stelle

Un film fantasma, bellissimo e introvabile

Il piacere di un film fantasma. Non esiste in dvd, non passa mai in televisione, la copia su YouTube è stata ritirata, quando uscì fu visto in tutto da 350000 francesi, e certo non molti spettatori in più nel resto del mondo. Eppure, è un imperdibile affresco sulla Parigi post-68 e sul ripiegamento su se stessi subentrato alle lotte collettive dei tardi anni sessanta. Storia della fine di un Narciso, diviso tra due donne, una più matura che lo accetta nonostante tutto (la maman) e una più giovane che lo vampirizza (la putain), il film si vale di uno Jean-Pierre Leaud strepitoso, che nel l'inizio di commedia sembra rifare Antoine Doinel al quadrato, poi trova accenti via via più tragici (bellissimo il monologo sul lancio dei lacrimogeni in un bar, alle 5 del mattino, nel 1968).  Un film di parola, con dialoghi e monologhi mozzafiato, tutto ambientato in una Parigi in bianco e nero (più nero che bianco). Tre ore  e mezza che passano veloci anche se non succede quasi nulla. Considerato uno dei più bei film francesi di tutti i tempi (al 12 posto secondo una classifica stilata dai maggiori addetti ai lavori d'Oltralpe), sarebbe da restaurare, e fare circolare di nuovo. 

Non è escluso - anzi è probabile - che Nanni Moretti avesse in mente il protagonista di questo film del 1973 (vincitore, tra l'altro, del premio della giuria a Cannes) quando ha creato il suo Michelle Apicella un paio di anni dopo.

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