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Sai tenere un segreto?

Regia di Elise Duran vedi scheda film

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La recensione su Sai tenere un segreto?

di supadany
3 stelle

Festa del Cinema di Roma 2019 - Alice nella città.
I grandi traguardi si raggiungono attraversando una selva oscura, abitata da cocenti delusioni e dal malcontento, da sconfitte dolorose e battute d'arresto che non promettono nulla di buono.
Meno male che, in qualche rara occasione, la fortuna entra nelle nostre vite senza nemmeno chiedere il permesso, divertendosi a giostrare i fili del destino, facendosi beffa delle sue vittime.
Reduce da una trasferta di lavoro dagli esiti fallimentari, Emma (Alexandra Daddario), pensando di essere sul punto di morire in aereo, spiattella tutti i suoi segreti intimi a uno sconosciuto, seduto di fianco a lei.
Pochi giorni dopo, scopre che quest'ultimo si chiama Jack (Tyler Hoechlin) ed è nientemeno che l'amministratore delegato della compagnia per cui lavora.
Dopo una prima fase dominata dall'imbarazzo, tra i due scatta il colpo di fulmine, nonostante intorno a loro sorgano alcuni intoppi.

 

Alexandra Daddario, Tyler Hoechlin

Sai tenere un segreto? (2019): Alexandra Daddario, Tyler Hoechlin


Esattamente come accaduto per la precedente trasposizione cinematografica di un enorme successo letterario di Sophie Kinsella (I love shopping), Can you keep a secret? nasce, si sviluppa ed esaurisce con un timbro squillante, composto da scaglie demenziali, una spianata di allusioni sessuali e i fondamentali di una storia caratterizzata da un principe azzurro e una giovane alla ricerca di quella svolta che le accenda l'entusiasmo.
Gli ingranaggi dettano tempi di esecuzione reattivi, con rocambolesche successioni di gag comici, manovrati nel nome della commedia, tra amore e lavoro.
Indubbiamente, è una pietanza che sazierà le fedelissime seguaci della scrittrice e anche chi è lieto di farsi strapazzare da una composizione convenzionale. Per tutti gli altri, intercettare un ingrediente sufficiente a non finire anzitempo soffocati da un'ondata di déjà vu, è una sorta di mission impossible (a voler proprio fare i pignoli, potremmo anche obiettare che alla prorompente Alexandra Daddario in versione loser non crede nessuno).
In conclusione, il film diretto da Elise Duran è un libro aperto, un prodott(in)o di puro consumo che, a parte una manciata di frammenti sopra le righe, rimane piatto come una pozzanghera, caduco da qualsiasi parte si decida di scandagliarlo.
Solita minestra, giusto più squinternata della media.

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