Regia di Adrian Grunberg vedi scheda film
Rambo; Last Blood si colloca undici anni dopo gli avvenimenti narrati nel capitolo precedente.
John Rambo è tornato nel vecchio ranch del padre e ospita nella casa la sua vecchia amica Maria e l’adolescente Gabriela, nipote di questa.
Gabriela, con l’aiuto di un’amica, scopre che il padre biologico vive in Messico e vorrebbe andare a trovarlo. Contro il volere di sua nonna e di Rambo che le sconsigliano di incontrarlo, va comunque alla sua ricerca.
Quando a Rambo viene comunicato che Gabriela è scomparsa, andrà a cercarla in Messico e il passato di reduce tornerà a galla.
Portare nuovamente un personaggio iconico come quello di Rambo, con le sue problematiche da stress post traumatico da reduce di guerra, poteva risultare funzionale, interessante ed anche contemporaneo.
In Rambo: Last Blood Sylvester Stallone torna nei panni di un John Rambo più maturo e consapevole. Si cerca di umanizzare il personaggio approfondendo il suo lato umano, considerando i momenti di disagio dove cerca di afferrare quella vita che gli orrori della guerra gli hanno portato via e da cui lui non riesce più a tornare. Sfortunatamente l’operazione non funziona del tutto a causa di una storia esile e una sceneggiatura che non brilla di originalità; questi elementi non riescono a dare lo spessore che il personaggio richiedeva in questo ipotetico ultimo capitolo. Funziona invece, soprattutto nella seconda parte del film, il lato action del personaggio di Rambo, anche se il finale, fin troppo splatter, risulta eccessivo.
Purtroppo anche i personaggi sono abbastanza stereotipati, inclusi i villain di turno che potevano essere sfruttati meglio. Invece quelli che potevano avere risvolti più interessanti, come la giornalista interpretata da Paz Vega, non riescono ad essere caratterizzati o approfonditi.
Rambo: Last Blood risulta avere parecchie debolezze, un capitolo con differenze di ritmo abbastanza evidenti che rendono poco efficace l’evoluzione della storia. Un action con tinte drammatiche, ma che non riesce ad essere al livello dei film precedenti. Un vero peccato, perché si poteva chiudere con classe un arco narrativo di un personaggio più sfaccettato di quanto si possa pensare.
Recensione pubblicata su www.widemovie.it
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