Un John Rambo invecchiato torna in America e va ad abitare nel ranch di famiglia, in Arizona, fra cavalli, cameriere messicane che fungono da madri e figlie adottive adolescenti da accudire; ma poi accade qualcosa di brutto alla sua protetta e l'ex-reduce del Vietnam riparte alla riscossa. Amara pellicola amarcord (perchè se il film inizia come se fosse un episodio di "WALKER TEXAS RANGER" , o come il film "COMMANDO" , ha un finale tutt'altro che felice, perché Rambo resta Rambo anche a settant'anni), forse, chiude una saga storica dei film d'azione, fra scene gore e splatter cattive (vedi quelle ambientate nei cunicuili sottorranei del ranch), concentrate soprattutto nel finale (che sembra Rambo che incontra "IL GIUSTIZIERE DELL NOTTE" e i serial di "MAC GYVER" e di "A-TEAM", ma direttI da Quentin Tarantino, o da Eli Roth, o da Rob Zombie). Sorprende un Sylvester Stallone iper-settantenne in forma e ancora in parte, taglio di capelli alla Rocky e vestiti da cowboy a parte.I cattivi non sono più i russi, i vietnamiti e i brirmani, ma i gangster messicani, specializzati in spaccio di droga e in prostituzione, che sanno solo odiare e non amare...Idee alla Trump, eppure ci sta nel film. L'autore David Morell. che scrisse negli anni'70 "FIRST BLOOD", ovvero il romanzo che diede vita a "RAMBO", il cine-capostipite della saga, datato 1982, ha detto che la sceneggiatura non gli è piaciuta e che detesta questo film, eppure, per me, intrattiene ancora e ha i suoi momenti.. Peccato per Paz Vega, che qui appare invecchiata e occhialuta, relegata in un ruolo di contorno, quando poteva sembrare il contrario.
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