Regia di Ken Loach vedi scheda film
Loach, ricalcando per l'ennesima volta una formula collaudata, quella della difficoltà delle condizioni dei lavoratori, riesce a far parteggiare per le difficoltà della famiglia protagonista, in una pellicola ben fatta che però non rappresenta nulla di particolarmente innovativo od appassionante
72 Festival di Cannes 2019
In concorso
Ken Loach torna a declinare il suo tema principe, quello dei diritti e delle condizioni difficili dei lavoratori, questa volta mettendo sotto l'occhio della macchina da presa i lavoratori finti autonomi, in realtà dipendenti sfruttati che vengono fatti passare per tali per privarli dei diritti sociali ed addossargli ogni responsabilità aziendale.
Un padre disoccupato ottiene in posto come fattorino di consegna pacchi a domicilio, ma dovrà comprarsi da solo il furgone, se assente per qualsiasi motivo dovrà trovare un sostituto altrimenti perderà la paga, ed i ritmi forsennati di consegna non gli permetteranno nemmeno di fermarsi per andare in bagno, per cui viene consigliato dai colleghi di munirsi di una sorta di “pappagallo" da tenere sul mezzo. Per finanziare l'acquisto del furgone, inoltre, dovranno vendere l'auto, seppur necessaria alla moglie, assistente per anziani a domicilio, per spostarsi tra i suoi assistiti. La pressione dei ritmi indiavolati e le tensioni accumulate sul posto di lavoro, dove un dispotico principale tiranneggia gli “autonomi", senza dare mai spazio alle ragioni dell'umanità rispetto a quelle del profitto, si trasferiscono nella vita familiare, mettendo a dura prova una famiglia già impegnata nel difficile compito di crescere due figli, un'a bambina ed un adolescente in fase di ribellione.
Loach, ricalcando per l'ennesima volta una formula collaudata, riesce a far parteggiare per le difficoltà della famiglia Turner, in una pellicola ben fatta che però non rappresenta nulla di particolarmente innovativo od appassionante.
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