Trama
Ricky e la sua famiglia combattono contro i debiti dopo il tracollo finanziario del 2008. Una nuova opportunità appare all'orizzonte grazie a un furgone nuovo che offre a Ricky la possibilità di lavorare come corriere per una ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro ma quello della moglie come badante non è da meno. L'unità familiare è forte ma quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso un inevitabile punto di rottura.
Approfondimento
SORRY WE MISSED YOU: LAVORI MODERNI MA VECCHI PROBLEMI
Diretto da Ken Loach e sceneggiato da Paul Laverty, Sorry We Missed You racconta la storia delle difficoltà socioeconomiche che incontra la famiglia di Ricky, un uomo che vive con la moglie Abby e i due figli piccoli a Newcastle. La famiglia è abbastanza unita e i due genitori lavorano sodo per sbarcare il lunario. Mentre Abby si prende cura delle persone anziane a domicilio, Ricky continua a svolgere lavori sotto pagati. Così facendo si rendono presto conto che non diventeranno mai indipendenti o proprietari della loro casa. Una nuova prospettiva si presenta ai due grazie alla rivoluzione digitale: Abby vende allora la sua auto in modo che Ricky possa acquistare un furgone per svolgere l'attività di corriere per conto proprio. Gli eccessi del nuovo mondo moderno finiranno però per avere ripercussioni su tutta la famiglia.
Con la direzione della fotografia di Robbie Ryan, le scenografie di Fergus Clegg, i costumi di Jo Slater e le musiche di George Fenton, Sorry We Missed You viene così raccontato dal regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2019: "Dopo Io, Daniel Blake, mi ero ripromesso di fermarmi. Ma, durante le ricerche per quel film, mi ero imbattuto in tutta una serie di lavori moderni, autonomi o temporanei, che mi hanno portato a intavolare diverse discussioni con Paul Laverty, il mio sceneggiatore di fiducia. L'economia moderna inglese si basa si contratti spesso part-time o a zero ore, che rappresentano una nuova forma di sfruttamento. Partendo da ciò, a poco a poco è venuta fuori l'idea di un film strettamente connesso a Io, Daniel Blake, una sorta di sua costola. Con Paul ci siamo concentrati sullo sfruttamento ma anche sulle conseguenze che il lavoro ha nella vita familiare e sulle relazioni personali. La classe media spesso parla di equilibrio tra lavoro e vita privata mentre la classe operaia è messa all'angolo dalla necessità, dal bisogno".
"Nonostante i grandi progressi della tecnologia, quelli che un operaio deve affrontare sono problemi di vecchia data", ha proseguito Loach. "La tecnologia più avanzata entra nelle cabine di un autista di furgoni per le consegne, gli detta gli itinerari, permette al cliente di sapere dove si trova un pacco che sta attendendo o di sapere quando gli verrà consegnato. Il cliente può persino seguire il percorso del corriere per tutto il quartiere grazie ai segnali che vengono diffusi via satellite. Nessuno però si preoccupa della persona che sta alla guida del furgone, che passa da una strada all'altra per soddisfare le esigenze della tecnologia. Come si capisce da subito, la tecnologia è sì nuova ma i problemi di sfruttamento del lavoratore sono vecchi come il mondo".
"Con Laverty abbiamo fatto molte ricerche sul campo - ha concluso i regista - e abbiamo incontrato diversi corrieri, non sempre disposti a parlare per paura di perdere il loro posto di lavoro. Dalle ricerche sono emersi diversi dati preoccupanti, a partire dal numero di ore che i corrieri devono fare per guadagnarsi uno stipendio decente e dai problemi di sicurezza (la responsabilità su tutto ciò che accade pesa sulle loro spalle). Quello delle ore è un problema che riguarda anche chi come Abby fornisce assistenza a domicilio: nonostante lavorino anche 12 ore al giorno, vengono pagati come se lavorassero sei o sette ore al minimo salariale".
Il cast
A dirigere Sorry We Missed You è Ken Loach, regista e attore britannico. Nato nel 1936, Loach ha studiato Legge a Oxford e, interessandosi sin da giovane alla recitazione, ha mosso i primi passi come attore prima di diventare assistente alla regia nel 1961. Negli anni Sessanta, ha lavorato nella produzione… Vedi tutto
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Commenti (24) vedi tutti
Classico film di Loach sul mondo del lavoro - meno appassionante di altri suoi predecessori - è soprattutto una riflessione sulla difficoltà di oggi di conciliare lavoro e famiglia. Un po' irrisolto, soprattutto il finale, porta una morale indiscutibile: se ti voti ai soldi, perdi tutto il resto. Voto: 3 stelle (2024)
commento di robynestaKen, non sono edulcorati artificialmente, i tuoi lavori, e fai bene! La testarda dignità di Ricky e di Abbie sono già una vittoria sullo sfruttamento. Voto: 7,5 (sette e mezzo).
commento di Roberto MorottiLa working class, la schiavitù del terzo millennio
commento di Paol1Il ritorno in sala di Ken Loach è l'ennesimo, durissimo viaggio nella vita di una famiglia proletaria britannica, la tragedia comune della working class contemporanea apparentemente incapace di reagire ai continui soprusi subiti nel mondo del lavoro e al di fuori di esso.
leggi la recensione completa di George SmileyFilm durissimo del grande Ken Loach. Per me questo è vero cinema.
commento di corradopPer capire come fanno i grandi ventori online a diventare migliardari sfruttando il mondo e impoverendolo. Interessante anche la parte relativa agli assistenti domiciliari, che non di rado rappresentano un'altra categoria sfruttata con lavori pesanti e sottopagati. DIECI
commento di BradyPer fortuna è un film. Troppe verità, dal disagio sociale ad una schiavitù lavorativa, da un figlio difficile a disgrazie in sequenza, troppo, e stroppia. Peccato, perchè poteva esserci almeno uno spiraglio, o meno disgrazie, o meno stupidità, o meno protervia. Non va.
commento di PieroCinéma Vérité all'ennesima potenza, uno sguardo lucido, pedagogico e realista su un nucleo famigliare della working class impoverita dalle élites conservatrici del Regno Unito dopo decenni di tagli al Welfare State. Ken Loach confeziona un'opera magistrale e spietata contro il neoliberismo rampante facendoci riflettere sulla nostra contemporaneità.
leggi la recensione completa di CineNihilistL'ennesimo pugno nello stomaco di Loach... ma stavolta poco coinvolgente. Dopo il magnifico "Io, Daniel Blake" forse urgeva un cambio di rotta. Drammaticità quasi noiosa e un po' ruffiana alla ricerca di un'empatia che ormai si vorrebbe a comando (?) Notevole comunque il cast.
commento di la criticonaUn bel po' di pugni nello stomaco. Man mano che procede vorremmo che finisse al più presto per poter prender fiato e respirare. Ma rimaniamo lì inchiodati sino alla fine. E ogni volta che vedremo uno di quei furgoni sotto casa ci sentiremo anche noi un po' prigionieri di un meccanismo globale senza possibile via d'uscita.
commento di giammazI problemi del lavoro e della famiglia esposti in maniera sincera e realistica....promosso by Ken Loach.
commento di ezioBel film, molto realista, che mostra una realtà ai più sconosciuta. L'ambientazione è quella dell'Inghilterra del nord (almeno così è sembrato a mio figlio che ha vissuto la un paio di anni). Giudizio senz'altro positivo e consiglio la visione.
commento di paolofmLa trappola per topi della gig economy e' solo l'ultimo capitolo della crociata antiliberista del Nostro. Una loi du marche' in terra d'Albione con qualche eccesso melodrammatico di troppo.
commento di maurizio73Decisamente duro, questo film di Ken Loach,ma tremendamente realistico.
leggi la recensione completa di Furetto60non bisogna confondere il messaggio con il "mezzo" con cui viene portato. Loach è uno dei Maestri del cinema moderno, ma non è certo con questo film che sarà ricordato. piano piano lo spettatore viene schiacciato da una sorta di empatia forzata verso la discesa all'inferno dei protagonisti. la scenggiatura deborda, l'interesse scema...
commento di giovenostaIl film sarebbe stato perlomeno guardabile se solo si fossero degnati di costruirgli un finale degno di questo nome. Evitabilissimo.
commento di ValekFilm documentario sui nuovi schiavi moderni.
commento di gruvierazBello e drammaticamente attuale.
commento di Artemisia1593C’è qualcuno oltre questo grande cronista dell’uomo comune che ci parla ancora dei problemi essenziali della vita? capace di farci commuovere senza raccontare storie strappalacrime? No, c’è solo lui, il maestro rosso che prossimamente compirà 84 anni. Che Dio ce lo conservi in salute.
leggi la recensione completa di michemarCome nei suoi film precedenti, il grande Ken Loach, schierato dalla parte giusta, torna a commuoverci con i suoi eroi, uomini che come noi subiscono ribellandosi, se possono, le ingiustizie del mondo.
leggi la recensione completa di laulillaUn film duro e crudo, ma è esattamente la rappresentazione della realtà di oggi... è un grande film denuncia! Imperdibile.
commento di mike53Il cinema di Ken Loach fa dimenticare di essere al cinema, ti prende alla gola e ti costringe a guardare dove non vuoi guardare. In faccia al corriere dei pacchi.
leggi la recensione completa di yumeUn film commovente, reale, devastante, autentico, drammatico, insofferente alla società odierna, alle sue ingiustizie, ai suoi contratti capestro e al nuovo schiavismo imperante, dove i piccoli medi lavoratori claudicano e si rovinano tra stipendi da fame, perdita di sonno, mancanza di condivisione di vita in famiglia e altri dolori e danni irrepar
leggi la recensione completa di gaiartLoach, ricalcando per l'ennesima volta una formula collaudata, quella della difficoltà delle condizioni dei lavoratori, riesce a far parteggiare per le difficoltà della famiglia protagonista, in una pellicola ben fatta che però non rappresenta nulla di particolarmente innovativo od appassionante
leggi la recensione completa di port cros