Regia di Justine Triet vedi scheda film
Justine Triet prima che esplodesse con il magnifico Premio Oscar 2024 “Anatomia di una caduta”, con Sandra Huller ottima interprete di entrambi i film.
Sibyl - Labirinti di donna Francia/Belgio 2019 la trama: La psicologa Sibyl decide di tornare alla sua passione originale: scrivere romanzi. La sua nuova paziente l’attrice debuttante Margot è per lei una fonte importante a cui attingere e fonte di ispirazione. Affascinata e turbata nello stesso tempo Sibyl è sempre più coinvolta emotivamente nella vita piena di alti e bassi della bella e complicata Margot. La recensione: Sibyl - Labirinti di donna (Sibyl) è un film diretto da Justine Triet vincitrice del Premio Oscar 2024 per il miglior film straniero: Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute) (2023). Prodotto da Les Films Pelléas, France 2 Cinéma, Les Films de Pierre, Page 114, Auvergne Rhône-Alpes Cinéma, Scope Pictures. Sceneggiatura di Justine Triet e Arthur Harari. Le riprese si sono svolte a Parigi, a Lione, sull'isola di Stromboli e sulle isole Eolie. In una breve sequenza la protagonista Virginie Efira guarda sul televisore il film horror “It Follows”del 2014 diretto da David Robert Mitchell, una manna per il cinefilo attento. In un sottilissimo equilibrio “mentale” tra due i ruoli di psicologa e scrittrice, Sibyl da un lato “manipola” la giovane attrice Margot ragazza in crisi psicologica ed incinta di due mesi da un rapporto tormentato con il suo amante attore anch’esso Igor, che è il compagno della regista del film Mika, ove i due giovani sono protagonisti, le situazioni ambigue imperano e la perversione è al diapason, creando tensione latente, che non può non esplodere. A sua volta Margot condiziona Sibyl e la condiziona sulla scelta di abortire colpevolizzando la psicoterapeuta. Una pericolo spirale sull’orlo della follia travolgerà tutto e tutti. Virginie Efira è magnifica nel complesso ruolo di Sybil, con i frammenti del suo passato tormentato che la affliggono in rapidi ed essenziali flashback, brevi ma molto esaustivi, non con il solito spiegone della voce fuori campo, che narra gli eventi. Il lavoro di montaggio è finemente cesellato, i dialoghi tra i protagonisti realistici e tutto allo spettatore risulta chiaro. Una commedia drammatica che illustra le varie disperazioni esistenziali, il male di vivere, con il coinvolgimento emotivo del bimbo di Sibyl che chiede chi era il padre ad una madre affranta incapace di relazionarsi, con lui in modo efficace, perché si sa che le colpe dei genitori ricadono sui figli, resi più fragili dai fattori esterni. Un film sulla finzione e sullo scambio dei ruoli. Sibyl è psicologa, paziente, regista e scrittrice, una donna condannata non solo a fingere, ma a vivere una vita infelice. Eccellente anche Adèle Exarchopoulos nel ruolo di Margot Vasilis attrice non solo bellissima, ma molto maturata nella recitazione dai tempi dello sfolgorante e scabroso “La vita di Adele” (La Vie d'Adèle - Chapitres 1 & 2) il film drammatico romantico del 2013 diretto da Abdellatif Kechiche. Ottimo per finire Gaspard Ulliel nel ruolo dell’attore conteso tra Sandra Hüller che interpreta la regista Mika e Margot. Lo sfortunato Gaspard Ulliel morto giovane come James Dean, che mi aveva convinto nel misterioso Eva, regia di Benoît Jacquot (2018), con una magnetica ed affascinante Isabelle Huppert. Interpreti e personaggi Virginie Efira: Sibyl Adèle Exarchopoulos: Margot Gaspard Ulliel: Igor Sandra Hüller: Mika Laure Calamy: Édith Niels Schneider: Gabriel Paul Hamy: Étienne Arthur Harari: dott. Katz
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