Trama
Sibyl, una stressata psicoterapista, ritorna alla sua prima passione: la scrittura. Margot, sua ultima paziente e attrice emergente dai mille problemi, rappresenta per lei una fonte di ispirazione troppo allettante. Affascinata da lei fino all'ossessione, Sibyl finisce con l'essere coinvolta dalla sua tumultuosa vita, lasciando riemergere ricordi che la portano faccia a faccia con il suo passato.
Approfondimento
SIBYL: UN'ALTRA DONNA
Diretto da Justine Triet e sceneggiato dalla stessa con Arthur Harari, Sibyl racconta la storia di una scrittrice divenuta psicoanalista di nome Sibyl. Presa dal desiderio di scrivere, Sibyl decide di lasciare la maggior parte dei suoi pazienti per cercare ispirazione. Margot, una giovane attrice, la supplica però di vederla: impegnata con un film che sta girando, è rimasta incinta dell'attore protagonista che a sua volta ha una relazione con la regista. Mentre Margot le racconta la sua vicenda, Sibyl - affascinata dall'intreccio - la registra in segreto e usa le sue parole per dare linfa al suo romanzo, ritrovandosi inaspettatamente a fare i conti con il suo vorticoso passato. Quando poi Margot le chiede di unirsi a lei per la fine delle riprese sull'isola di Stromboli, Sibyl accetta lasciando che il tutto subisca una vertiginosa accelerazione.
Con la direzione della fotografia di Simon Beaufils, le scenografie di Toma Baqueni e i costumi di Virginie Montel, Sibyl viene così raccontato dalla regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2019: "Come nei miei due precedenti film, al centro della storia vi è una giovane donna che lotta tra la sua vita professionale e quella privata, in bilico tra impegni, ansie e affetti. Ciò deriva dal fatto che spesso prendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda, dai miei amici e anche da me stessa, anche se in tutta onestà per Sibyl ho preferito non attingere dalla mia sfera intima. Ho lasciato che fosse la fantasia a guidarmi e, alla fine, nessuno dei personaggi ha niente a che fare con me. semmai, durante le fasi di stesura della sceneggiatura, sono stata ossessionata da Un'altra donna di Woody Allen. Curiosamente, non amo particolarmente quel film, ma mi affascina il suo principio narrativo: una donna, alla ricerca di calma e ispirazione, si trova di fronte a un'altra donna che manda all'aria tutta la sua vita".
"Pur trattando di psicoanalisi, non ho fatto particolari ricerche", ha proseguito la Triet. "Ho però incontrato diversi psicologi e ho chiesto loro se avessero mai avuto qualche esperienza destabilizzante con i loro pazienti. Una di loro mi ha raccontato di aver vissuto in contemporanea la malattia di suo padre e quella del padre di una dei suoi assistiti. Poiché suo padre è morto prima, mi ha rivelato di aver smesso di seguire la paziente perché si sentiva come violentata nell'animo. A nutrire la psicoanalisi che è presente in Sybil è stata però la serie In Treatment. In Sibyl si affrontano molti temi: la maternità, la filiazione, la creazione, la coppia, la passione amorosa, le affinità, la crisi di mezza età, le nevrosi... In poche parole, parla delle nostre origini, di come facciamo di tutto per dimenticarle e di come riappaiano in maniera quasi brutale. Per me, è un film sull'identità, sulle radici: da dove veniamo, chi siamo, cosa abbiamo fatto, come possiamo reinventarci?".
"Ci sono tre differenti origini di cui parlo", ha concluso la regista. "Ci sono le origini del figlio di Sibyl, quelle del libro ma anche quelle di Margot, che sembra perseguitata da chi era e dal suo passato modesto. I dilemmi di Margot spingono Sibyl a rivedere il suo passato. In qualche modo, Margot non altro che il riflesso nello specchio di Sybil. Anche Sibyl ha cercato di costruirsi una nuova identità andando contro le sue origini, sua madre e l'alcol, rifugiandosi nella scrittura. L'incontro con Margot apre una breccia nel mondo che si è creata, pur offrendole un punto di partenza per il suo libro, e la manda in crisi".
Il cast
A dirigere Sibyl è la regista e sceneggiatrice francese Justine Triet. Dopo aver conseguito il diploma presso l'Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, la Triet ha realizzato due opere sul ruolo dell'individuo all'interno di un gruppo: Sur Place (2007), girato durante le proteste studentesche, e… Vedi tutto
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Commenti (3) vedi tutti
Justine Triet prima che esplodesse con il magnifico Premio Oscar 2024 “Anatomia di una caduta”, con Sandra Huller ottima interprete di entrambi i film.
leggi la recensione completa di claudio1959Ma che razza di film è? Una commedia (?) decalcomania con un cast in spolvero, nient'altro. L'ho visto solo per Virginie Eifra e il grande e compianto Ulliel, ma è tempo buttato via, un film che è solo inutile copia sbiadita di 10 altri! La Francia può fare di meglio!!!
commento di AdrienBrodoIn modo (forse) esagerato era in concorso a Cannes,sceneggiatura fumosa con troppe cose dentro,belli i paesaggi di Stromboli..tra dialoghi e scene di sesso.Consigliato per una sola visione.
commento di ezio