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Port Authority

Regia di Danielle Lessovitz vedi scheda film

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La recensione su Port Authority

di alan smithee
5 stelle

FESTIVAL DI CANNES 2019 - UN CERTAIN REGARD

Ama chi vuoi... o almeno provaci, quando tutto attorno fuori ti dà contro.

L'incontro tra il girovago e ramingo Paul, giunto a New York senza arte né parte per cercare rifugio presso la casa della sorellastra, che lo manda letteralmente a spigolare, e la bella Wye, avvenuto mentre questa si esibisce con gli eccentrici amici di colore presso la piazza antistante la stazione di bus di Port Authority, spingerà il giovane a perdere letteralmente la testa per la ragazza.... che poi tanto ragazza non si rivela, almeno in termini strettamente fisici.

Un po' sconvolto dalla scoperta, Paul, che nel frattempo ha trovato rifugio presso un carismatico capo banda che gestisce l'occupazione di un grande casolare ufficialmente abbandonato, ma di fatto sublocato abusivamente a molte famiglie disgraziate e senza tetto, dovrà gestire con mille sforzi intimi ed estrinseche difficoltà di relazione, la tortuosa situazione, tra amore sconsiderato che non bada a formalità sulle prime rivelatesi insormontabili, e l'arroganza e la prepotenza del gruppo di balordi che lo ha accolto e ospitato in un mondo di clandestinità e prepotenza che non promettono nulla di tranquillizzante e duraturo.

Esordio nel lungometraggio della regista Danielle Lessovitz, Port Authority percorre con franchezza e senza inutili artifici un percorso di maturazione e consapevolezza della propria morale, che il nostro protagonista matura a seguito di un potente ed incondizionato innamoramento.

Il film è sostenuto da un valido impeto narrativo, che tuttavia non si traduce ancora sempre in uno stile personale completamente convincente, ma è altresì sostenuto  dalle buone interpretazioni del giovane, promettente protagonista di Dunkirk, Fionn Whitehead, e di McCaul Lombardi, bravo a rendere palesi le complesse sfaccettature del carismatico capo del nostro protagonista.  

 

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