Una giovane regina è rimasta vedova il giorno delle nozze e da quel giorno vive appartata, cambiando spesso dimora e mostrandosi con il volto coperto da un velo nero. Sebastian, un giovane poeta anarchico, si introduce nell'appartamento della regina per sopprimerla. La somiglianza tra l'attentatore e il re morto è impressionante.
Note
Antonioni accetta di girare per la televisione integralmente e per la prima volta con le telecamere, "L'Aquila a due teste", dramma di Jean Cocteau. Il Maestro ha voglia di sperimentare sulla forma e sul colore (per esempio l'aura viola che circonda i personaggi cattivi, che peraltro in Tv non si riesce a vedere). Ma non si fa fatica a capire che è poco interessato alla vicenda, e l'interpretazione dei due protagonisti conduce alla soglia del ridicolo.
Anche se è stato soprattutto un pretesto per fare esperimenti sul colore, la mano di Antonioni si riconosce bene. Parafrasando dunque le parole del regista su questa sua opera, si può concludere dicendo che non si è sfracellato nell’impatto con il corpo alieno ma: ne è uscito senza troppe ammaccature se si vuole proprio essere realistici.
Uno degli ultimi progetti portati a termine da Antonioni, "Il mistero di Oberwald" è un adattamento di un dramma teatrale di Jean Cocteau che non sembrerebbe fra le opere più personali del regista, e infatti è stato relegato nel limbo delle opere minori, che ha suscitato poco interesse fin dalla sua presentazione alla mostra di Venezia nel 1980. Non saprei fare un… leggi tutto
Strano vedere Antonioni affrontare un tema così drammaturgicamente carico, tratto da un testo teatrale di Cocteau, rielaborato dal regista stesso con Tonino Guerra. Strano nel senso che un sentimentalismo romantico così forte, non è nel nostro immaginario accostarlo ad Antonioni, ma qui il regista ha voluto fare un salto ben studiato affrontando un tema inusuale, per immergersi poi… leggi tutto
Dramma dalle tinte indubbiamente forti, come testimonia il lavoro del regista sui colori, ma freddo nello svolgimento ed affidato agli attori a mio parere sbagliati, a cominciare dalla Vitti, che, come sottolinea Marco Giusti, romaneggia un po' troppo il personaggio della regina: «SeBBBastian...».
Un film noioso, che non dice abbastanza sulla psicologia dei personaggi e che mi… leggi tutto
Uno degli ultimi progetti portati a termine da Antonioni, "Il mistero di Oberwald" è un adattamento di un dramma teatrale di Jean Cocteau che non sembrerebbe fra le opere più personali del regista, e infatti è stato relegato nel limbo delle opere minori, che ha suscitato poco interesse fin dalla sua presentazione alla mostra di Venezia nel 1980. Non saprei fare un…
Dramma dalle tinte indubbiamente forti, come testimonia il lavoro del regista sui colori, ma freddo nello svolgimento ed affidato agli attori a mio parere sbagliati, a cominciare dalla Vitti, che, come sottolinea Marco Giusti, romaneggia un po' troppo il personaggio della regina: «SeBBBastian...».
Un film noioso, che non dice abbastanza sulla psicologia dei personaggi e che mi…
Strano vedere Antonioni affrontare un tema così drammaturgicamente carico, tratto da un testo teatrale di Cocteau, rielaborato dal regista stesso con Tonino Guerra. Strano nel senso che un sentimentalismo romantico così forte, non è nel nostro immaginario accostarlo ad Antonioni, ma qui il regista ha voluto fare un salto ben studiato affrontando un tema inusuale, per immergersi poi…
“Si intitola ‘Il mistero di Oberwald’ ed è tratto da un dramma di Jean Cocteau, basato sua volta, alla lontana, sulla storia di Luigi di Baviera e su quella dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria. Cocteau le ha mescolate insieme inventando di sana pianta una terza storia. Perché questa scelta? Non è una scelta, è un caso. Si può…
Drammone ad alto tasso di romanticismo e francamente noiosetto (superato) per i giorni nostri. Un lavoro destinato alla televisione e probabilmente per questo un po' raffazzonato, dove persino la Vitti non sembra più di tanto convinta. Viene ricordato per l'(ab)uso del colore modificato elettronicamente dal regista e, mi pare di poter constatare, per nient'altro.
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Commenti (2) vedi tutti
Anche se è stato soprattutto un pretesto per fare esperimenti sul colore, la mano di Antonioni si riconosce bene. Parafrasando dunque le parole del regista su questa sua opera, si può concludere dicendo che non si è sfracellato nell’impatto con il corpo alieno ma: ne è uscito senza troppe ammaccature se si vuole proprio essere realistici.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792che sonno, effetto camomilla. Brava Monica Vitti ma il film è troppo noioso.
commento di lonestar