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I delitti del BarLume - Il Battesimo di Ampelio

Regia di Roan Johnson vedi scheda film

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La recensione su I delitti del BarLume - Il Battesimo di Ampelio

di genoano
7 stelle

L'alba di una nuova generazione di bischeri spunta tra i tavolini del BarLume col piccolo Ampelio, che porta alla combriccola del bar tanta gioia (e tanta insonnia). Per il resto è la classica estate di Pineta: caldo, relax, omicidi bizzarri, insabbiamenti "termali", indagini maldestre, scherzi micidiali e parecchie risate. Voto 6 e mezzo/7.

A Pineta il simpatico Ampelio Viviani, zio del vecchio gestore del BarLume, era apprezzato e ben voluto da tutti; a tal punto che la Tizzi, nuova proprietaria del celeberrimo locale, ha deciso di omaggiarlo dando al proprio pargoletto lo stesso nome. Il frugoletto però, oltre al nome, sembra avere in comune con lui altre caratteristiche, come una notevole propensione alla vita notturna (non c'è modo di fargli fare la nanna a nessuna ora del giorno o della notte) e il divertimento beffardo nel giocare brutti tiri agli amici, costringendo gli anzianotti del bar allo stressante ruolo di nonni aggiunti; ma i quattro mostreranno di che pasta sono fatti, ordendo una trama da virtuosi dell'arte dello scaricabarile. Il Battaglia ha intuizioni decisive, poco importa che gli vengano scippate, la Fusco le sfrutta al meglio, così non c'è omicidio che non venga risolto, nonostante le pressioni delle alte sfere che vorrebbero evitare gli scandali che la verità può portare con sè; in tal senso il questore aggiunto Tassone (Di Mauro), di fronte ad una palese richiesta di insabbiamento, si dimostra un uomo tutto d'un pezzo, che non devia dalla sua linea di condotta : continua a non fare niente come prima. Le sue più scrupolose e incessanti indagini sono infatti gastronomiche, con l'agente Cioni (Marmi) che lo assiste come un fedele Watson; nessuna pista viene trascurata, dalle tagliatelle al sugo di cinghiale al baccalà mantecato; quando al duo si aggiunge il petulante e preoccupatissimo, perchè sospettato, assicuratore Pasquali (Guzzanti), nasce un terzetto affiatato e irresistibile, spassosamente cialtrone, che cita "Il grande Lebowski" ed è la vera perla comica dell'ennesima allegra scorribanda giallo-umoristica sotto il sole della Toscana.

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