Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
E' un Bergman che ha voglia di raccontare, di mostrare piuttosto che di far parlare i propri personaggi, dando più risalto alle situazioni - per una volta - che ai dialoghi. Ciò comporta inoltre una minor profondità delle psicologie, altro fattore atipico per il Maestro. Ad ogni modo le quattro donne (scelta mai casuale, quella del genere femminile) sono personaggi abbastanza compiuti e vivi, con una sensibile carica simbolica addosso a ciascuna di esse ed una costante passionale condivisa da tutte. L'età adulta e la mezza età offrono l'occasione per una prima serie di bilanci esistenziali; come giustamente dice la battuta finale, vale la pena di godersi l'estate (i due giovani amanti che scappano di casa insieme) perchè poi arriverà l'inverno. Nel periodo può essere uno dei lavori meno efficaci di Bergman, ma rimane comunque un film di discreto spessore.
Quattro donne, in attesa dei mariti (fra loro fratelli), decidono di raccontarsi ognuna un aneddoto sulla propria vita coniugale: emergono litigi e tradimenti, situazioni più o meno problematiche, piccole gioie e grandi passioni. La sorella minore di una delle quattro donne, intanto, progetta di fuggire con il fidanzato.
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