Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
prima di almadovàr con il suo mondo in rosa e del monicelli di "speriamo che sia femmina" ,un geniale ed insolito bergman che racconta in modo ineccepibile l'universo femminile.tra le miserie quotidiane di mariti infedeli,bambini non voluti e mancanza di sesso coniugale,tre cognate parlano del loro profano pane quotidiano senza false reticenze e troppe affettazioni,mentre aspettano i consorti da novelle penelope,condizione prima e sempieterna delle donne,come richiama il maestro svedese nel titolo:sono,come tutte,"donne in attesa".si attende il mestruo,l'uomo,il bambino, anche il tradimento.bergaman,inoltre, innesta nell'apparato narrativo una quarta storia di una giovanissima donna che riassume tutta la vicenda,ne diventa il simbolo e il naturale proseguimento:non si può scappare dall'"altra metà del cielo".camera perfetta come sempre,realista e allucinata talvolta- fellini imparerà presto- un bianco e nero eccelso,come la scenografia, che riprende le intimità delle conversazioni e i gradi spazi che danno il senso dell'attesa femminile;la sceneggiatura di una incisività semplice ed educata.un film perfetto sia nei meccanismi psicologici che affronta,sia tecnicamente, che precede e supera quel brutto e falso femminismo di certe pellicole post-sessantottine.
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