Regia di Milena Cocozza vedi scheda film
Ghost story tricolore che rappresenta un buon esordio in regia tutto al femminile. Ottima la sceneggiatura dei Manetti Bros. Ben girato, interpretato e diretto, Letto numero 6 è un ottimo film drammatico (ma anche un buon horror) che merita d'essere visto.
Bianca (Carolina Crescentini) è incinta ma viene spronata dal compagno a trovare un lavoro, nello specifico da guardia medica in un ospedale pediatrico gestito dalla curia, celando la sua reale condizione. La posizione che occupa è rimasta vacante a causa di un suicidio, commesso dalla precedente dottoressa che si è gettata da una finestra della clinica. Il suo lavoro la vede coprire orari notturni e sin dal primo turno, turbata dalle luci votive poste sotto alla finestra, da libri sui sogni e gli incubi posizionati in scaffali della camera e dal fatto di occupare la stanza nella quale è stato compiuto il suicidio, s'imbatte in un bambino che piange chiedendo della madre, nel letto n. 6. Con il passare del tempo, gli incontri proseguono sino a quando Bianca scopre che nel letto n. 6 non è ricoverato nessun bambino. Da quel momento, terrorizzata anche da incubi inspiegabili nei quali si trova a subire terapia elettroconvulsiva, si convince di essere di fronte a fenomeni paranormali. Non creduta dal compagno e più volte costretta a tacere da parte di padre Severo, responsabile della struttura, Bianca apprende che in precedenza quell'edificio era un manicomio infantile.
Bell'esordio in regia per Milena Cocozza, qui al lavoro su una notevole sceneggiatura dei Manetti Bros. (anche coproduttori, assieme a Rai cinema) e di Michelangelo La Neve (in curriculum i serial televisivi L'ispettore Coliandro e Il commissario Rex). Letto numero 6 è una classica ghost story girata con gusto e interpretata da attori molto preparati, in grado di conferire spessore ai personaggi. Da notare l'attenzione riposta anche a figure marginali, tipo il cameo di Peppe Servillo, presente durante l'inaugurazione/benedizione della clinica. Ottima la fotografia, con luci soffuse e tonalità azzurre e viola, mentre la suggestiva musica di Francesco Motta, purtroppo è sottoutilizzata (eccezionali l'incipit e il segmento dell'inaugurazione, quando Bianca scopre la foto del bambino, risalente all'anno 1959). Momenti memorabili - con sedute spiritiche e agghiaccianti apparizioni a luci alternate (il piccolo Michele nell'archivio con padre Severo) - tradiscono una sensibilità accentuata verso il tema materno (essendo di fatto anche e soprattutto un film femminile). Senza contare l'apprezzabile sforzo di ricordare tempi, non troppo lontani, nei quali bastava poco per essere confinati ("Un bambino difficile, con saltuari comportamenti anti sociali"), all'interno di una clinica che per terapia utilizza l'elettroshock, in uno squallida cameretta, magari in un letto numerato, tipo il 6.
"Se non riuscite a crescere bene i vostri figli, non penso che tutte le altre cose che fate abbiano molta importanza." (Jacqueline Kennedy)
Clip
Interviste
F.P. 16/01/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 112'52") / Data del rilascio (streaming su Sky Cinema Uno): 14/01/2021
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