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I Am Mother

Regia di Grant Sputore vedi scheda film

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La recensione su I Am Mother

di gerkota
6 stelle

MAI PROIETTATO NEI CINEMA ITALIANI

VISTO SU NETFLIX

 

L’umanità è estinta. La terra e divenuta inabitabile a causa di un’aria ormai letale per l’uomo. Un futuro incertissimo sta tutto racchiuso in una sorta di mega laboratorio, gestito in solitudine da un androide donna, che fa anche da balia/sentinella a un serbatoio di ovuli umani già fecondati, che aspettano solo che lei, la robot, li avvii alla vita attraverso una gravidanza extra-utero. E poi li allevi. Con amore… Punto di domanda.

 

 

Hilary Swank

I Am Mother (2019): Hilary Swank

 

Su questa distopica impalcatura è costruito il più che discreto film australiano realizzato con pulizia dal carneade ed esordiente cineasta Grant Sputore, autore anche del soggetto. La pellicola, soprattutto in una prima parte meno action della seconda, è incentrata sul ruolo madre-figlia che ha come protagoniste una macchina e una ragazzina nata da una provetta e cresciuta fino all’adolescenza senza interagire con nessun rappresentante della propria specie. Unico riferimento è Madre, la robot, che le fa da nurse, governante e istitutrice. Tutto con modi gentili e perfino affettuosi, accompagnati da un tono di voce (nella versione originale è doppiata dall’attrice australiana Rose Byrne, in italiano da Barbara De Bortoli) sempre calmo e controllato. Pure troppo. L’opera di Sputore, che a questo punto attendiamo con curiosità ad una seconda prova, beneficia di una solida scenografia e di effetti speciali che, senza essere monstre, risultano di primordine.

 

 

Clara Rugaard

I Am Mother (2019): Clara Rugaard

 

Protagonista umana indiscussa è la giovanissima Clara Rugaard (la vedremo presto nel musicale Love Gets a Room), Figlia, che si fa trovare pronta quasi all’esordio, in un ruolo che la costringe a interfacciarsi a lungo con una comprimaria fatta di metallo, fili elettrici e lucette e che di notte deve mettersi in carica come un telefonino. Non sfigura, Rugaard, nemmeno nel confronto attoriale con la due volte premio Oscar e ormai 47enne Hilary Swank nei panni dell’essere umano (allora ne era rimasto qualcuno… ) che innesca i turbamenti della seconda parte dell’opera filmica.

 

 

Hilary Swank, Clara Rugaard

I Am Mother (2019): Hilary Swank, Clara Rugaard

 

Virus letali o guerre che siano, guai grossi sono scritti nel libro di profezie sul nostro pianeta. E non sempre il barlume di speranza che dà luce a questo fosco universo appare abbastanza forte da non farci temere il buio perpetuo. Film consigliato a chi ama la fantascienza o le storie su un avvenire politico, sociale e ambientale rovinoso. Voto 7,2.

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