Regia di Erich von Stroheim vedi scheda film
Correva il 1924 e Stroheim non aveva nulla del regista degli anni '20 se non i limiti tecnici. Rapacità anticipa e di parecchio tematiche e temi del cinema a venire. Il suo McTeague ricorda, nemmeno troppo lontanamente il Barry Lyndon di Kubrick; la storia che lo racconta è distesa, perfetta nei dettagli, rovinosa ed in grado di fornire uno spaccato trasversale ed impietoso della società. Von Stroheim va anche oltre e palesa una personalità senza pari nel mostrare scene davvero forti per l'epoca, come gli assalti fisici di Mac a Trina che hanno una fisicità inusitata per il cinema dell'epoca. Qui e lì per il film sono disseminati anche i prodromi di un linguaggio nuovo e sconosciuto al muto fatto di allusioni e metafore (il gatto che punta la gabbia, Marcus che insidia Mac Teague; l'immagine di Trina che evoca una figura sacra) nonché di atteggiamenti dissacratori e spiazzanti (Marcus non si fa tema di ripulirsi le orecchie e mostrare la sua maleducazione in ogni modo) sebbene al contempo, e giustamente, i canoni del muto siano tutti espressi e questo per certi versi lega la pellicola al suo tempo e porta a consigliarne la visione ai cinefili. Da segnalare anche un uso della colonna sonora molto personale ed efficace con pezzi a ritmi diversi che sottolineano perfettamente gli stati d'animo dei protagonisti piuttosto che il tenore delle vicende narrate.
Eccellente.
Giustamente entrato nella storia del cinema.
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