Regia di Laure de Clermont-Tonnerre vedi scheda film
Buonista, molto buonista. D'altra parte, data la presenza di Matthias Schoenaerts (il divo buono per eccellenza), non c'era che da aspettarselo. Però direi un buonismo accettabile, non troppo melenso, che si sforza, riuscendosi, a non essere troppo banale (cioè: non troppo hollywoodiano...). Il buonismo imperante ha infatti i suoi contrappesi: in primis l'ambientazione carceraria che non può che portare la sua giusta dose di veleno, poi un'ambientazione al limite del lunare, un deserto dentro un deserto, e dentro questo deserto (altro elemento) gli a"aieni" della vicenda, questi cavalli meravigliosi, così selvaggi e così pronti ad accontentare gli umani. Il tutto girato con ambizione, immagino anche con un discreto budget, iin maniera precisa, con mano ferma ed idee chiare (tutti elementi positivi).
La storia, tenuto anche conto che è ispirato ad una situazione reale pur essendo sceneggiata con originale fantasia, nella sua narrazione principale è una bella storia (senza un Matthias Schoenaerts non so cosa sarebbe stato...), a parte un paio di capriole un po' troppo ardimentose e favoleggianti. Quanto agli addentellati, alcuni sono un po' zoppicanti: se le vicende di droga e i conseguenti piccoli, grandi contrasti tra detenuti, il percorso di riabilitazione psicologica, seguono ed accompagnano con efficacia la storia di Roman e del suo Marquis, la vicenda familiare ed il conseguente rapporto tra il protagonista e la sua giovanissima figlia è un po' tirata per i capelli, ma alla fine, trattandosi peraltro di un film di quella che io considero essere la durata ideale di circa un'ora e mezza, non è troppo disturbante. Un bel finale intenso (capriola?), specie laddove le didascalie sui titoli di coda spiegano che, dati statistici alla mano, la percentuale di recidiva tra ex detenuti impegnati a lavorare con i cavalli durante la carcerazione è di gran lunga inferiore alla media generale.
A me vien da dire che sia merito dei cavalli, specie dopo aver visto un film come questo. Ma la mia galoppante misantropia rende del tutto superflua questa mia valutazione. Il film, invece, è sostanzialmente buono e vale qualcosa di più della sufficienza che sintetizzo con le tre stellette.
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