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Trama

Roman, detenuto in una prigione nelle campagne del Nevada, partecipa a un programma di riabilitazione in cui si addestrano mustang selvatici. Cerca con tutte le sue forze di trovare una connessione sia con i cavalli sia con i compagni di prigionia. Col tempo, lavorando a fianco del giovane condannato Henry e del vecchio allenatore Myles, Roman riesce ad addomesticare un cavallo particolarmente esuberante e a confrontarsi con il proprio violento passato.

Approfondimento

THE MUSTANG: LA RIABILITAZIONE SOCIALE GRAZIE AGLI ANIMALI

Diretto da Laure de Clermont-Tonnerre e sceneggiato dalla stessa con Mona Fastvold e Brock Norman Brock, The Mustang racconta la storia di Roman Coleman che, condannato a undici anni di carcere per violenza domestica e detenuto nel Centro correzionale del Nevada settentrionale, viene selezionato per partecipare a uno speciale programma di rieducazione esterno al carcere. Si ritrova così a occuparsi di addestramento di cavalli selvaggi e a essere accoppiato con un isabella, un esemplare che presenta sintomi di aggressività, paura e ansia, simili ai suoi. Mentre Roman fa i conti con le nuove responsabilità a cui è chiamato, il suo tragico passato torna a farsi vivo tramite Martha, la figlia di sedici anni incinta che gli fa visita per fargli firmare i documenti necessari a ereditare la casa della nonna. Padre e figlia non hanno rapporti da tempo e, sebbene abbia a sensazione che Martha stia prendendo la strada sbagliata, Roman da dietro le sbarre non può far nulla per intervenire nella sua vita.

Sotto l'occhio vigile di Myles, che funge contemporaneamente da addestratore di cavalli e figura paterna per i detenuti, Roman si concentra sul suo compito tentando di addestrare il suo cavallo, destinato a essere venduto all'asta 90 giorni dopo. Sebbene sia assistito da Henry, un affabile ed esperto trainer detenuto, Roman non vede i suoi sforzi dare particolari risultati, a causa dell'ira che gli rende difficile trovare il tono giusto per avvicinarsi all'animale. Dopo una falsa partenza, le cose cominciano però a cambiare e Roman pone le basi per un solido legame con il suo mustang, a cui dà il nome di Marquis. L'amicizia con Marquis gli permette anche di affrontare i propri demoni, anche grazie all'aiuto di una psicologa del carcere e delle sue lezioni tese a gestire la rabbia e a provare empatia per le vittime dei crimini commessi dai detenuti. I suoi passi avanti e la sua posizione all'interno del programma vengono però compromessi dal fatto che Dan, il compagno di cella di Roman, fa pressioni affinché contrabbandi ketamina dalla fattoria. La ketamina, il tranquillante che si usa per placare i cavalli, è una merce molto ambita tra i detenuti: poiché Henry è costretto a rubare la sostanza per una delle gang del carcere, Dan vorrebbe che Roman facesse lo stesso.

Con la direzione della fotografia di Ruben Impens, le scenografie di Carlos Conti, i costumi di April Napier e le musiche di Jed Kurzel, The Mustang è così raccontato dalla regista: "Dopo aver letto un articolo sulla animal therapy svolta in varie prigioni di tutto il mondo, ho scoperto il vero scopo di questa cosiddetta terapia alternativa di riabilitazione. L'amore incondizionato di un animale e la sua evidente mancanza di giudizio possono rassicurare il detenuto e aiutarlo a integrarsi nuovamente nella società. Durante la detenzione, i carcerati hanno poche esperienze di contatto fisico: il calore di un animale agisce dunque come balsamo lenitivo per lo spirito, curando o addolcendo le ansie. Inoltre, prendersi cura di un animale serve a incoraggiare il senso di responsabilità di un detenuto e a fargli porre un obiettivo da raggiungere. Trascorso del tempo con diversi terapisti e formatori in varie prigioni, ho notato con stupore che i detenuti che partecipavano al programma sembravano essere a loro agio con gli animali più dei consulenti che gestivano il programma. Ho così potuto constatare di prima mano quale impatto benefico abbiano alcuni abbinamenti piuttosto strani e inaspettati tra uomini spesso brutali e cavalli talvolta estremamente sensibili".

"Nei miei precedenti corti - ha proseguito la Clermont-Tonnerre - ho raccontato di personaggi solitari che vivevano ai margini della società, tutti sofferenti a causa delle loro carenze circostanziali di libertà. Il soggetto di The Mustang ha di per sé il potenziale giusto per un buon documentario; tuttavia, ho preferito ricorrere alla narrativa per poter entrare nel profondo dell'animo del protagonista e scavare nella storia. I mustang, cavalli selvaggi che vengono catturati prima e addomesticati dopo, fanno da controparte ai detenuti, rispecchiando apertamente la loro interiorizzata violenza e il loro desiderio di libertà. Pertanto, posso asserire che The Mustang è un dramma poetico che incorpora alcuni elementi da western. Diversi sono i temi che ho voluto esplorare: è compito del sistema giudiziario assicurarsi che un detenuto venga reintrodotto in maniera sicura nella società o gli basta vedere che il colpevole ha scontato la sua meritata punizione? Anche dopo aver commesso crimini gravi, non si merita una persona di avere una seconda possibilità? Si possono perdonare gli atti di brutalità, seppur estremi, commessi in particolari circostanze? Gli individui in questione, i criminali, riusciranno mai a perdonarsi? Quale potenziale ha l'uomo per riuscirci da solo?".

Il cast

A dirigere The Mustang è Laure de Clermont-Tonnerre, regista e attrice francese. Nata nel 1983 a Parigi, la Clermont-Tonnere ha mosso i primi passi nel mondo del cinema come attrice, esordendo nel 1994. Tra i titoli a cui prende parte si ricordano Lo scafandro e la farfalla, Adele e l'enigma del faraone… Vedi tutto

Commenti (1) vedi tutti

  • Un dramma piuttosto ben fatto ed equilibrato nei vari elementi che lo compongono che si avvale dell'ottima interpretazione di Matthias Schoenaerts nonchè della presenza dei magnifici mustang anche nel loro ambiente naturale che eravamo abituati a considerare tutt'uno con i loro cavalieri, i pellerossa, prima che venissero cancellati dalla storia.

    commento di bombo1
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alan smithee di alan smithee
6 stelle

CINEMA OLTRECONFINE Un inconsulta reazione violenta pregiudica radicalmente la vita dell'allora ancor giovanissimo padre Roman che, ferita gravemente la giovane consorte, viene posto in arresto a scontare una dura pena detentiva in un carcere di massima sicurezza. Dopo dodici anni di vita senza scopi alcuni né motivazioni, ma solo piena di rimorsi, a Roman capita di essere inserito in… leggi tutto

2 recensioni sufficienti

2021
2021
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Recensione

alan smithee di alan smithee
6 stelle

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leporello di leporello
6 stelle

   Buonista, molto buonista. D'altra parte, data la presenza di Matthias Schoenaerts (il divo buono per eccellenza), non c'era che da aspettarselo. Però direi un buonismo accettabile, non troppo melenso, che si sforza, riuscendosi, a non essere troppo banale (cioè: non troppo hollywoodiano...).  Il buonismo imperante ha infatti i suoi contrappesi: in primis…

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