Regia di Renato De Maria vedi scheda film
Sebbene il film abbia un certo ritmo e, soprattutto all'inizio, una concatenazione degli eventi abbastanza avvincente, man mano che la storia procede si finisce spesso in una prevedibilità che non ha nè l'epica di un "Romanzo criminale" nè la cupa atmosfera di "Anime Nere". Cosi' le vicende di un piccolo boss dell' ndrangheta in terra lombarda (interpretato da un Riccardo Scamarcio che si mangia metà dei dialoghi, quasi incomprensibili soprattutto quando è voce fuori campo) sfumano presto in una faida che, al di là di morti, traffico di droga e di auto di lusso, sembra fin troppo scontata. Ed anche ricordare che Buscetta era considerato inaffidabile per il fatto di avere un'amante, non rende meno banale la divisione del boss tra una moglie pia e devota (ma con risvolti ai limiti della psicopatologia) ed un'amante istruita e glamour, salvo ripensamenti dell'ultima ora dovuti più ad una conversione sulla via di Damasco del pentimento che ad una precisa scelta di campo. Un film che, parafrasando un celebre adagio scolastico, ha le capacità ma non si applica...
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