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Lo spietato

Regia di Renato De Maria vedi scheda film

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La recensione su Lo spietato

di alan smithee
4 stelle

NETFLIX
Un raggio di sole si riflette sulla statua della madonnina sul Duomo di Milano e va ad illuminare il volto disteso di Santo Russo, boss ormai arrivato all'apice della malavita lombarda, leone a riposo nel suo terrazzo affacciato su vista esclusiva poco distante dal celebre monumento meneghino, dopo esservi arrivato da emigrante, ancora bambino, in treno coi genitori, figlio di un piccolo esponente della 'ndrangheta fuggito dal territorio natio dopo aver spifferato notizie scomode ed infamanti alle autorità.
La crescita del giovane, che apprende in fretta, e si costruisce un coerente curriculum che comprende una fiera gavetta in carcere, impara l'idioma locale, apprende velocemente come muoversi, sino a sfondare e ad assurgere al ruolo di capo branco, ruolo che lo vedrà riciclarsi come imprenditore di successo, circostanza utile per consentirgli di riciclare denaro sporco e mandare avanti tutta una sua organizzazione a delinquere dai profitti assai redditizi.

Dal 1967 in quel di Buccinasco, alla Milano da bere, fino ad arrivare ai nostri giorni, circondato dalla presenza di due donne una antitesi dell'altra: la moglie remissiva e cattolicissima, obbediente ma non per questo non in grado di rendersi conto delle attività illecite del consorte, ed una eccentrica amante artista in grado di tenergli testa con le sue stramberie.
Renato De Maria gira in modo impeccabile, ma anche molto televisivo ed episodico, una storia tratta dal romanzo Manager Calibro 9 di Pietro Colaprico e Luca Fazzo.

Si respira, o meglio si vorrebbe poter respirare almeno a tratti, aria sporca da poliziottesco anni '70, ma la produzione controllata e misuratissima frena ogni guizzo utile a dare slancio ad una vicenda che parte bene, ma si svilisce in un racconto vittima di situazioni scontate e viste in molte altre occasioni, soprattutto nell'ambito delle produzioni televisive sempre a rischio di censura.
Riccardo Scamarcio, ironico senza strafare, e Sara Serraiocco, costituiscono una coppia cinematografica solida e coerente, anche se sin troppo legata ed impossibilitata ad esprimersi come le situazioni che condividono sulle scene lascerebbero prevedere. 
 
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