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Lo spietato

Regia di Renato De Maria vedi scheda film

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La recensione su Lo spietato

di diomede917
6 stelle

Lo Spietato di Renato De Maria è sopratutto e in particolar modo un omaggio del cinema poliziottesco anni '70.

Fin dai titoli di testa con la colonna sonora tipica delle scene d'inseguimento che accompagna il nostro protagonista per le strade di Milano a tutta velocità con la sua pacchiana auto sportiva.

A questo dobbiamo aggiungere che il film è ispirato al romanzo di Piero Colaprico e Luca Fazzo "Manager calibro 9" che fin dal titolo ci riporta a quello Stracult che porta il nome di Milano Calibro 9 di Fernando De Leo, il libro parla di 20 anni di malavità calabrese a Milano raccontate dal pentito Saverio Morabito.

Qui il protagonista si chiama Santo Russo, uno che si è devuto guadagnare dal basso sia il ruolo che sopratutto il rispetto visto che nasce come figlio di infame ed ha il volto convinto di Riccardo Scamarcio che si sta sempre di più specializzando nei ruoli da simpatico figlio di puttana dall'occhio languido e sorriso da sciupafemmine.

Ma la vera protagonista di tutto il film è Milano, tratteggiata nei  diversi anni che l'hanno contraddistinta dalla Milano degli emigranti fine anni 60 fino alla Milano Mittleuropea tutta lusso e arte contemporanea passando dalla leggendaria Milano da Bere.

Come ogni Gangster Movie che si rispetti il film inizia dalla fine e con uno strategico staccio la voce off del protagonista ci catapulta indietro nel tempo dove il giovane e ribelle  Santo Russo arriva dalla Calabria fino a Buccinasco quartier generale di tutti gli affiliati alla 'Ndrangheta del momento, ne segue le gesta, il primo arresto immotivato che gli cambierà la vita, le amicizie che costituiranno il suo impero, la scalata al successo, l'amore per quella ragazzina timida  che diventerà sua moglie e il proibito per un'artista francese che influenzerà non poco la sua  comunicazione "ça va sans dire".

Riccardo Scamarcio è bravo nell'interpretare quest'uomo che sotto sotto aveva il desiderio piccolo borghese di mettere su una famiglia dei figli ma......"Ce lo vedi a vivere con 1 milione e mezzo di lire al mese?"

Un uomo che alterna scampi di brutalità a scene di involtaria comicità. Un uomo diviso tra una moglie devota al limite del delirio religioso e una donna fin troppo sensuale e artistica per un uomo rozzo e acculturato come lui.

E' proprio questo aspetto l'anello debole del film. Sara Serraioco e Marie-Ange Casta non hanno quella personalità da tenere testa a Riccardo Scamarcio e alla telecamera che le riprente. Non sono Lorraine Bracco di Quesi Bravi Ragazzi o la Sharon Stone di Casinò.

Pur avendo creato un'ambientazione nostalgica e credibile, Lo spietato ha troppi sali e scendi nella sceneggiatura.

Esaltante ed adrenalico nelle sue scene più violente come l'omicidio nel boss in galleria con tanto di spiegazione della differenza tra siciliani e  calabresi oppure la morte di "Slim" che omaggia  quella  del cognato di Michael Corleone nel Padrino, il film ha delle sbandate inspegabili come la scena del tossico che testa l'eroina o la rappresentazione di Arte estrema che sfocia in una rissa immotivata.

Nonostante tutto Lo spietato è un film che si guarda bene e si ascolta altrettanto bene grazie a una colonna sonora dell'epoca ottimanente selezionata

Voto 6,5 ça va sans dire

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