Regia di Paul W.S. Anderson vedi scheda film
Non è certo la prima volta che il cinema cerca di portare su schermo un successo proveniente dal mondo dei videogiochi, con la speranza di bissarne il successo (specie economico) anche sul grande schermo, a partire dall’agghiacciante Super Mario Bros. del 1993 diretto da Rocky Morton & Annabel Jankel fino al recentissimo Assassin’s Creed di Justin Kurzel e passando, nel frattempo, per lo Street Fighters di Steven E. de Souza e dal Prince Of Persia di Mike Newell fino alle diverse pellicole dedicate a Lara Croft di Tomb Rider, ma sono pochissime le pellicole che sono riuscite a trovare una propria dimensione anche in una cornice cinematografica (e l’unica che mi viene in mente, al momento, è forse l’horror Silent Hill di Christopher Gans).
A dirigere questa nuovo tentativo viene chiamato ancora una volta Paul W. S. Anderson, non proprio un novellino in fatto di trasposizioni al cinema di celebri saghe videoludiche in quanto, quasi al debutto, regista di Mortal Kombat nel 1995 e proseguendo poi con gli anni trascorsi tra i vari capitoli cinematografici di Resident Evil, in questo caso anche insieme alla moglie Milla Jovovich.
La coppia si riforma quindi per questo Monster Hunter, nuova trasposizione di un nuovo videogioco, ancora della Capcom, per quello che si presenta principalmente come un film nel quale Milla Jovovich lotta contro mostri giganteschi in CGI (in sostituzione dei soliti zombie) e che si rivela invece come una pellicola nel quale Milla Jovovich combatte contro giganteschi mostri in Computer Grafica mostrandosi quindi esattamente come uno se lo aspetta.
Il problema è che se uno se lo aspetta anche brutto ci azzecca una seconda volta.
Certo, si potrebbe tranquillamente affermare che il film non è soltanto brutto ma anche indecente, osceno o oltraggioso oltre ogni dire ma credo che il più grande insulto che gli si potrebbe rivolgere è che è maledettamente scontato.
Un film mostruoso come forse ci si aspetterebbe ma nel senso più sbagliato del termine.
Il film di Anderson scalfisce la superficie di una mitologia e un universo ricco di potenzialità (ma spalancando ignobilmente le porte a un sequel che, a naso, dubito verrà mai realizzato) ignorando le fondamenta del franchise originale (ovvero i mostri), non comprendendone le priorità (e da fan del prodotto, come si è definito il regista, la cosa è preoccupante) e trascurandone le premesse principali (anche con la benedizione di Ryozo Tsujimoto e Kaname Fujioka, evidentemente intenzionati più a raccogliere più soldi possibili che non a salvaguardare l’integrità o la qualità del loro prodotto) per una pellicola in evidente deficit di qualità e con una trama priva di qualsiasi spunto o importanza, penalizzato da un lunghissimo preambolo (ma è lo stesso intero film a poter essere inteso come tale), e senza nessuna evoluzione dei personaggi (riconducibile quasi esclusivamente a Milla Jovovich e Tony Jaa, costretti per necessità a cooperare tra loro) ma puntando tutto esclusivamente sullo scontro con mostri sempre più grossi e pericolosi ad ogni successivo livello.
Veramente troppo poco.
VOTO: 4,5
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