Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Tutti, chi più chi meno, hanno detestato questo film di Soderbergh su Kafka. I motivi non sussistono. Il film non è "di maniera", non è uno scherzo cinefilo, non è citazionismo d'accatto, non è scopiazzatura lynchana. E' un ottimo esempio di raffigurazione visionaria del pensiero postmoderno. Soderbergh tenta di dare al film una connotazione allegorica cambiando il b/n iniziale con il colore, per mettere in risalto il passaggio del personaggio dal mondo esterno a quello interno e segreto del Castello. Soderbergh riesce a conferire al film una componete grottesca, quasi metafisica. Il discorso è anche molto superficiale e niente affatto profondo, ma è qua che il cinema di Soderbergh diventa pura immagine. Nel dichiarare la falsità di un immaginario sfasato (quello kafkiano) che non corrisponde mai a quello vero. E' un altro mondo di un sotto mondo.
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