Regia di Chito S. Roño vedi scheda film
FEFF 21 - UDINE : CONCORSO
"bittersweet neo-realistic dramedy"
Un dinamico ed affascinante giovanotto ventenne, Intoy, abitante nella sperduta isoletta delle Filippine chiamata Samar, isolata dal mondo e collegata dal segnale telefonico solo sulla estremità di una roccia a strapiombo sul mare, cerca di resistere alla tentazione, comune tra i suoi coetanei, di lasciare l'isoletta natia per cercare fortuna a Manila o in altre metropoli all'estero.
Un giorno riceve la telefonata della sorella maggiore che, disperata, gli comunica l'intensione di lasciare il compagno finlandese con cui è andata da tempo a vivere, desiderando tornare a casa col figlioletto nato da quella unione. Ma per ottenere l'affidamento del figlio, la donna deve fimostrare di detenere un reddito e sostanze sufficienti per poterlo mantenere. Pertanto Intoy si organizza e riesce, con l'aiuto del sindaco, di un prete ed altri notabili di zona, a far figurare la sorella come una possidente di un certo livello.
Attesa invano all'isola, il giovane, con mamma e papà anziani, sarà costretto a sfidare la furia del mare in tempesta per arrivare in tempo sulla terraferma da un notaio, per ricevere il prezioso lasciapassare del suo nipotino affinché possa andare a vivere con sua sorella. Semplice, schietto, disarmante, forte di effetti speciali artigianali e fatti in casa, e per questo meritevoli di plauso (la lunga scena della tempesta che funesta il viaggio in canoa è un momento cult assoluto), Signal Rock è bello e riiscito più per come si sforza di raccontare e rappresentare, che per la esile storia che regge tutta la vicenda.
La location esclusiva e davvero poco avvezza a far parte di sfondi cinematografici abituali, acuisce il piacevole ed esclusivo effetto scenografico spiazzante, rendendo il piccolo film un gioiellino davvero prezioso ed unico.
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