Regia di Mark Robson vedi scheda film
Il Colosso d’argilla è l’ultimo bellissimo film di Humphrey Bogart, una cruda rappresentazione molto veritiera della corruzione nell’ambiente della boxe. Bogart rappresenta in questo film un giornalista sportivo al quale hanno appena tolto dal giornale la sua rubrica sportiva, che viene contattato da Rod Steiger, cinico impresario per lanciare un pugile attraverso incontri combinati. La vicenda centrale e’ composta da un’organizzazione criminale guidata da Benko/Rod Steiger, che attraverso gli incontri combinati porta il superdotato pugile Toro Moreno/Mike Lane di poco talento a battersi per il titolo mondiale per i pesi massimi. Questo non è solo un film di boxe, ma anche sul giornalismo e sulle sue esagerazioni che a volte portano al sensazionalismo. Eddie Willis/ Humprehy Bogart e’un uomo che ha una coscienza, come si capirà nello splendido finale , ma avendo bisogno di soldi si dimostra anche opportunista. Mark Robson aveva già girato un film sul pugilato: Il grande campione nel 1949 con Kirk Douglas, però era un film diverso, anche se molto buono. Ancora al giorno d’oggi Il colosso d’argilla rimane un film di grosso impatto, che non ha subito il decorso del tempo. Liberamente ispirato alle gesta sportive ed alla vita di Primo Carnera. Il match finale è filmato in modo molto realistico, sembra un incontro vero, tutto viene girato attraverso la soggettiva di Moreno, si vede il suo viso tumefatto e si odono i terribili colpi che subisce che lo mandano al tappeto. Segnalo anche l’asciutta interpretazione di Jan Sterling, nel ruolo della moglie di Bogart, che fu molto brava anche in un altro capolavoro L’asso nella manica. Humprey Bogart giro’ questo film, che era già molto malato, sarà l’ultima interpretazione della sua carriera, mori’ nel 1957, l’anno dopo, quello che non morirà mai, però saranno le sue interpretazioni in film leggendari ed immortali.
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