Regia di Mark Robson vedi scheda film
L'ultimo Bogart è più umano e intenso che mai, veste perfettamente il ruolo del giornalista abbrutito dalla società che sembra cedere alla tentazione di ignorare i propri scrupoli per garantirsi un conto in banca più dignitoso. Gli fa da contraltare un allibratore senza scrupoli che regala anche qualche simpatico siparietto quando sciorina la manfrina del bravo manager in cerca del talento che coroni il suo sogno o quando evade abilmente certe questioni danarose facendo leva sul rispetto del dolore del pugile che ha appena fatto uccidere di botte. Il quadro complessivo ha tinte variegate e offre buoni e numerosi spunti di riflessione, il finale colpisce per la crudezza delle immagini ma tutto sommato lascia meno amaro in bocca di quanto sembrava promettere. Bogart, già malato, accusa i primi sintomi di una "raucedine" che si rivelerà qualcosa di ben più grave e lo toglierà per sempre dalla gioia dei suoi ammiratori, pochi mesi dopo. Gran bel film.
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