Regia di Mario Camerini vedi scheda film
In viaggio di nozze un sergente inglese torna in Italia, nel paesino che pochi anni prima aveva contribuito a liberare. Qui lo attende una notizia problematica, però: una ragazza ha avuto nel frattempo un figlio da lui. O così almeno lei sostiene.
Stona un po’ il titolo facilotto per una storia come questa, certo leggera e in fondo spensierata, ma non del tutto priva di aspetti drammatici e di riflessioni importanti; in effetti, controllando i titoli di testa, il soggetto risulta di Suso Cecchi D’Amico e la sceneggiatura di Franco Brusati e del regista, Mario Camerini. Tanto basta per comprendere che Due mogli sono troppe non è una commediola striminzita e alimentare, ma un progetto ben più solido, sia pur nei limiti delle ambizioni di intrattenimento di partenza; per capirci, sarebbe bastato un Sordi o un Gassman come protagonista per ritrovarci di fronte a un lavoro in odore di commedia all’italiana ante litteram. Così non è però con le misurate interpretazioni di un cast in prevalenza, almeno per i ruoli centrali, anglofono, che vede partecipare al film fra gli altri Griffith Jones, Sally Ann Howes, Kieron Moore, Lea Padovani e Ada Dondini, con un giovane Roger Moore, non accreditato, in una particina minuscola. Da ciò si deducono le ragioni della coproduzione italo-britannica che sta dietro alla pellicola; da sottolineare la colonna sonora di Nino Rota, apprezzabile anche se non fra le sue più memorabili. Tutto orchestrato a dovere sulla scena, con due pecche fondamentali; la prima non è nulla di imperdonabile: l’attualità contemporanea della storia, da cui la rapidità con cui il film è invecchiato; la seconda è già più discutibile, ovvero la maniera un po’ troppo semplice con cui si approda al lieto fine. 4,5/10.
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