Regia di Francesco Miccichè vedi scheda film
Gaeta, paradiso galeotto e da cartolina ad uso e consumo di due giovani sognatori, figli belli e sognatori da due famiglie benestanti, paladini intransigenti e solo apparentemente ingenui ognuno di un proprio progetto di vita che non esclude il progetto di una vita in comune. Peccato che dietro questo sipario apparentemente perfetto, ci siano due famiglie che più disomogenee ed inconciliabili non si potrebbe immaginare... già dalla opposta provenienza geografica.
Francesco Miccichè, cineasta prolifico tra fiction televisiva e commedie cinematografiche, approfitta dei noti punti di forza a stretta connotazione geografica che hanno reso famosi due comici di razza come Diego Abatantuono (l'industriale del nord) e Vincenzo Salemme (il sindaco del sud, anzi della stessa Gaeta), per dar vita ad una commedia degli equivoci tutta incentrata sui tentativi maliziosi dei due nemici ideali e giurati, per mandare a monte il matrimonio che li renderebbe parenti contro ogni più evidente desiderio e volontà reciproca.
Ne scaturisce una commedia qualunque che, nonostante l'istrionismo dei due comici di razza, si affievolisce come un fuoco di paglia su situazioni deboli o già viste ed utilizzate in svariate occasioni.
Una accozzaglia di buoni sentimenti e gag da cabaret, qualcuna anche riuscita, che tuttavia si dimostrano col fiato cortissimo per reggere una storiella evanescente e scontata come appare e risulta prevedibile sin dalle premesse pubblicitarie, in grado di annientare ogni minima speranza di un appiglio di originalità e freschezza di situazione.
Corretto come da copione, nella sua finta scorrettezza indolente, ma soprattutto disarmante, per il vuoto di idee che sta sotto tutta l'inutile base destinata a sorreggere la scontatissima vicenda.
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