Regia di James L. Brooks vedi scheda film
Aggregato e associato alla commediografia East Coast, dove Allen spadroneggia e fa scuola, As Good As it Gets conserva con furbizia gli stilemi del genere senza dare nell'occhio, imposta un suo discorso e lo porta alle blande conseguenze. Il poco prolifico Brooks supera il suo protagonista in quanto a misura dei movimenti, tutto è preparato e imbastito con dovizia, reso adorabile e lubrificato per ricevere il compenso (due statuette a Hollywood per gli interpreti chiave). Merita Jack Nicholson che, altrove sovrastimato, ha trovato da tempo un poker di espressioni pigliatutto e ha il dono estremo della versatilità, qui un ossessivo-compulsivo dal cuore tenero; di contro uno dei suoi personaggi meglio cuciti su misura, ingiustamente dimenticati. Helen Hunt rifà la sua espressione naturale all'infinito, complice uno script che la vuole lower-class, bisbetica e al sapone di marsiglia. Giustamente si fa corteggiare da un suo simile. Allo stesso modo, l'intreccio è incredibilmente mediocre ma godibile per una prima serata. Il vero sottotesto (gli affetti sono, a volte - scientificamente provato - gli psicofarmaci più efficaci) è eccessivamente avvolto nella bambagia zuccherosa di un romanticismo improbabile, anche se simpatico. Terribile la rappresentazione occultamente maschilista e convenzionale dell'uomo scodinzolante e della corteggiata passiva selezionatrice nevrotica. Funziona bene nel favolesco nordamericano e forse ancora tra i babbuini, ma fa danni irreparabili ovunque. Qualche intuizione felice e una forma quasi impeccabile (non ci vuole molto una volta imparato il trucco) rendono la pellicola piacevole per rasserenarsi sul divano qunado il cervello ha già dato , è sufficiente riconoscerne i limiti e fare proprio come Nicholson: adattarsi con classe alle circostanze.
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