Espandi menu
cerca
Monella

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

Recensioni

L'autore

undying

undying

Iscritto dal 10 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 129
  • Post 42
  • Recensioni 3014
  • Playlist 58
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Monella

di undying
6 stelle

Brass prosegue il suo percorso artistico sporcandosi le mani con materia semplice, ma non per questo meno importante. Un film tecnicamente impeccabile, ingiustamente costretto alla dimenticanza, bistrattato da (pre)giudizi ipocriti e prevenuti.

 

locandina

Monella (1997): locandina

 

Sul finire degli anni Cinquanta, in un piccolo paese del centro Italia, la giovane Lola (Anna Ammirati) vive una tormentata relazione con il fornaio Masetto (Max Parodi). Figlia di Zaira (Serena Grandi), con incerta paternità di André (Patrick Mower), Lola vorrebbe praticare sesso prima dell'imminente matrimonio, mentre Masetto la pretende vergine sino alle nozze. 

 

"La verginità è come una briciola di pane: arriva un uccello e se la porta via!"

(Lola)

 

"La quintessenza dell'essere: coito ergo sum!"

(André)

 

Anna Ammirati

Monella (1997): Anna Ammirati

 

Monella è ambientato in una zona geografica definita da Brass "il triangolo della gnocca": tra Mantova, Parma e Modena, area descritta dal regista come "apoteosi della sensualità, non solo per il sesso, ma anche per il cibo e i colori." [1] Il regista apre (e chiude) come comparsa di maestro musicale, un film che viaggia limitrofo, senza mai varcarlo, il tema dell'infedeltà. La procace Lola (una nudissima, anche in primi piani di visione vaginale, Anna Ammirati) è monella di nome ma non di fatto. Tranne l'ambiguo (e quasi incestuoso) finale risolto con un matrimonio-baccanale, che lascia nel dubbio sul rapporto padre-patrigno/figlia, affascinante appare la rappresentazione dei personaggi di contorno (ad esempio la madre interpretata Serena Grandi, in un ruolo che ricorda, non casualmente, Miranda). Gli attori sono tutti in perfetta parte e la colonna sonora, del grande Pino Donaggio, appare variegata e coinvolgente. Di nuovo il tema centrale, che attraversa con costanza buona parte della filmografia di Brass, è quello del rapporto di coppia. Anche in questa circostanza la gelosia assume un ruolo necessario e stimolante, che finisce per intensificare la relazione affettiva, dalla quale la fedeltà deve necessariamente prendere le distanze (non ha nulla a che vedere con l'amore, come pronuncia ad un certo punto Brass, doppiando Patrick Mower). Al cineasta veneziano non interessa elaborare una sceneggiatura particolarmente complessa, quanto sbizzarrirsi sul piano visivo, elaborare con tecnica avanzata il montaggio, raccontare per interposta persona attribuendo ai personaggi dialoghi che sono, in buona parte, autobiografici: André è infatti doppiato dallo stesso Brass e da alcune sue frasi arrivano anche le idee che pervadono con coerenza, rimandi, citazioni e onesta partecipazione, l'intera opera dell'autore. Come dice infatti mentre visiona con l'amico Pepé diapositive erotiche: "Chi lavora è perduto (...) Da qui io me la rido degli affanni in cui si caccia il mondo. Mi basta avere quello che voglio mettere nel piatto e nel letto. È questa la joie de vivre, Pepé. Cà del Mosto, la tua amicizia, il culo di Zaira, il sorriso di Lola."

Il riferimento all'entrata in vigore della Legge Merlin (menzionata dalla prostituta con la quale s'intrattiene Masetto), oltre che a stabilire le coordinate temporali della narrazione, assieme al transatlantico Normandie (surreale luogo deputato a incontri di piacere, nel quale André ha conosciuto Zaira) rappresenta anche la posizione morale e politica del regista: un Autore che non ha timore di sporcarsi le mani con materia "grezza", volgare fors'anche (il pissing di Lola; i suoi giochi con il pelo pubico mentre, strappandoselo, ripete: "mi sposo, non mi sposo"; il sangue, dopo il primo rapporto sessuale) ma di indiscutibile e comprensibile effetto. La gioia di vivere i migliori anni della vita (diciotto per l'esattezza) merita tutta l'incertezza e la spregiudicatezza della solare e spontanea protagonista (dopo le nozze, alla domanda "Mi sarai fedele?", replica: "Che ne so? Non mi sono mai sposata!"). La Ammirati è perfetta nel ruolo e ha dimostrato successivamente di avere tutte le carte in regola per proseguire come attrice. Il trattare un argomento naturale come può essere l'erotismo (che fa storcere il naso ai critici prevenuti) non impedisce a Brass di sfoderare una tecnica che è nettamente superiore a quella messa in atto da ben peggiori registi, osannati ed elevati al rango d'autore a prescindere, qualunque cosa realizzino purché ammantata di (spesso) sterile posizione politica. Monella è un film girato nel 1997, ma potrebbe benissimo essere stato realizzato oggi, per quanto ancora attualissimo. Tecnicamente, con i suoi zoom in prossimità delle gonne, i sofisticati movimenti di macchina e i notevoli virtuosismi acrobatici, Brass dimostra ancora una volta di possedere uno stile personale e un talento cinematografico che non merita affatto di essere accantonato, come invece purtroppo avviene, solo perché gli argomenti trattati sono spesso ipocritamente ritenuti immeritevoli di attenzione. 

 

[1] Da Il senso dei sensi (pag. 115) a cura di Antonio Tentori, Falsopiano 

 

Anna Ammirati, Max Parodi

Monella (1997): Anna Ammirati, Max Parodi

 

Colpo di... culo


Così, sulla selezione dell'attrice, si è espresso Tinto Brass.

D. - Come ha scelto la protagonista?
R. - "È stato del tutto casuale: mia moglie ha urtato con l'automobile una ragazza in bicicletta. Era lei. Si chiama Anna Ammirati, è una ragazza napoletana, perfetta per il suo ruolo, molto carina, una vera monella."


(Fonte: intervista a Tinto Brass, a cura di Antonio Bruschini e Antonio Tentori, realizzata per Amarcord n.8/9 - 1997).

 

Anna Ammirati

Monella (1997): Anna Ammirati

 

"Per me il fascino del sesso e quello del cinema sono sempre andati di pari passo. Ho avuto la mia prima polluzione in una sala dove davano Il dottor Jekyll e mister Hyde, con Lionel Barrymore: in una scena si intravvedeva un seno, e questo mi ha provocato non solo un'erezione, ma anche una incontenibile eiaculazione."

(Tinto Brass, dichiarazione pubblicato ne Il senso dei sensi - pag. 139 - a cura di Antonio Tentori)

 

51m-XKi-6mi-L-AC

La posizione in difesa delle "case chiuse", una costante nella filmografia di Tinto Brass

 

Monella (Tinto Brass, 1997) - Titoli di testa 

 

F.P. 03/12/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 110'14")

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati