Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
"Che differenza c'è tra un avvocato ed una prostituta? Quando sei morto la prostituta smette di fotterti" ... così Rudy Baylor, che al suo giuramento professionale pensa: "incaricato da un idiota con la garanzia di un mascalzone, finalmente sono avvocato".
E' passato molto tempo da quando ho letto il romanzo di John Grisham "L'uomo della pioggia", ma ricordo bene che l'adattamento cinematografico di Francis Ford Coppola mi sembrò abbastanza fedele al testo e alle sue intenzioni. Un neo avvocato assume un incarico importante contro un'assicurazione per un caso più grande di quanto normalmente la maggior parte degli avvocati possono affrontare in tutta la loro carriera professionale. Questo caso legale modificherà l'opinione del giovane avvocato riguardo alla legge e alla giustizia; l'analisi si estenderà sino a trasformarlo e fargli cambiare idea anche sul senso da dare alla propria esistenza.
Avendo appena completato la laurea in legge, dopo un breve periodo di pratica, il giovane Rudy Baylor (Matt Damon) accetta l'incarico di assistere e rappresentare legalmente un giovane malato di leucemia contro una grande compagnia di assicurazione che si rifiuta di pagare l'indennizzo per le cure di assistenza medica. Non avendo alcuna esperienza professionale Rudy si ritrova in una battaglia legale contro pull di avvocati esperti che pensano di poterlo 'liquidare' in poche mosse. Ma questo non è l'unico problema per Rudy; il suo mentore professionale Bruiser Stone (Mickey Rourke) è latitante poichè oggetto di un'indagine da parte dell'FBI; si invaghisce di Kelly Riker (Claire Danes) che incontra in ospedale, dopo essere stata picchiata dal marito, abitualmente violento.
Coppola unisce il dramma della legalità, rappresentando lo strapotere criminale delle assicurazioni, che con artifizi contrattuali truffano milioni di assicurati, unendolo al racconto del battesimo col fuoco del giovane avvocato Rudy Baylor nel mondo del tribunale e delle giustizie 'illegali'. Coppola utilizza tecniche standard per rendere facile il racconto, ad esempio c'è tanta narrazione della voce fuori campo di Rudy che spiega perché è diventato un avvocato, ma anche come si è trovato a lavorare per uno studio legale gestito da un marcio squalo come Bruiser e di come e perchè si ritrova ad essere incoraggiato a inseguire le ambulanze nei pronto soccorso. Il metodo di Coppola funziona perché aiuta lo spettatore a costruire il personaggio dell'avvocato ottimista che ha la voglia, l'ambizione di arrivare dove lui vuole e che confida che se farà il suo dovere la giustizia dovrà sorridergli; è ben rappresentata l'evoluzione del giovane legale che cresce e cambia le sue convinzioni su ciò che è giusto o sbagliato, tanto nella professione legale, quanto nella sua esistenza.
Non è un film paranoico che si concentra solo sul dramma legale, ma è una visione di un realismo ottimistico sui limiti della macchina della giustizia, un racconto emozionante. Anche perchè emerge il lato umano, emotivo e l'empatia che Rudy mostra per i suoi clienti, trattandoli come amici, soprattutto per il paziente affetto da leucemia, Donny Ray Black, e la sua famiglia, che ci regalano frasi struggenti e influenti. Ora, se questo fosse stato tutto quello che c'era da dire sul "L'uomo della pioggia" sarebbe stato già un film molto buono, ma a renderlo migliore c'è anche una sottotrama romantica, ovvero la storia d'amore di Rudy con Kelly Riker, che verrà aiutata a lasciare il marito violento.
In definitiva, trattasi di una storia moderna sulla legalità che richiama e ricorda lo scontro epico che ci fu tra Davide e Golia, dove non vice il più forte, ma vince la giustizia disillusa. E' ricerca di legalità, forza di volontà e ricerca di giustizia che si scontrano con disillusi idealismi.
Quanto è vera questa frase del film: "Ogni avvocato, almeno una volta in ogni causa, sente di superare una linea che non intende veramente superare, ... capita ...; se lo fai parecchie volte la linea sparisce per sempre e poi sei solo un'altra barzelletta sugli avvocati, un altro pescecane nell'acqua sporca" (così Rudy Baylor).
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