Regia di Jennifer Peedom vedi scheda film
Pura pornografia della montagna. Incensa proprio quegli aspetti che vorrebbe con snobismo denunciare. Stupisce che un autore profondo come MacFarlane si sia prestato a questa rivoltante operazione commerciale. Immagini stupende ma la soundtrack con Vivaldi troppo presente risulta piuttosto stucchevole.
Pura pornografia della montagna. Incensa proprio quegli aspetti che vorrebbe con snobismo denunciare. Stupisce che un autore profondo come MacFarlane si sia prestato a questa rivoltante operazione commerciale. Immagini stupende ma la soundtrack con Vivaldi sempre troppo presente risulta piuttosto stucchevole.
La montagna in questo deprimente documentario è vista solo con l'occhio occidentale, non esiste più in quanto entità ma è solo un trampolino per misurare l'ego dei suoi "utilizzatori".
Un'esempio? A parte l'Everest nessuna delle numerose montagne (stupendamente) mostrate viene nominata. Nessun accenno se non di colore alle popolazioni che in tutto il mondo la montagna la vivono come parte integrante della loro vita, l'unico punto di vista è quello dei droni e delle go-pro e dei film-maker che vestono North Face. Sembra di vedere un catalogo per amanti di sport estremi e disprezzo della montagna, nonostante la regista se ne voglia affrancare puntando il dito contro le scalate dell'Everest diventate oggi come una catena di montaggio e mostrandoci gli abbattimenti di intere foreste per far spazio a larghissime e frequentatissime piste da sci. Ma il risultato che ottiene è quello di affossare ulteriormente la montagna come soggetto in qualche modo "vivente" (nonostante le immagini di lava ed esplosioni vulcaniche) e renderla, come drammaticamente sta avvenendo e come chiarissimo nell'inquadratura finale, una cartolina da mostrare sui social.
"Mountain", il simulacro della montagna.
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