La montagna. Meraviglia e incanto, fonte di paura e di sfide. Temuta da sempre dagli umani per via del suo aspetto minaccioso, della mitologia costruita su di esse - era per definizione il luogo che ospitava dèi maligni - negli ultimi tre secoli la montagna si è trasformata progressivamente in una sorta di gioco alla ricerca del limite. Dapprima per ragioni scientifiche o legate all'attività esplorativa dell'uomo, quindi per puro piacere del brivido fino a diventare meta del più pecoreccio turismo di massa. Lo straordinario documentario diretto da Jennifer Peedom, ma girato da una pletora di eccellenti filmmakers, ricostruisce questo strabiliante percorso raccogliendo qualche immagine d'epoca ma soprattutto mostrando, con ordine quasi didascalico, i diversi aspetti della montagna: dal suo fascino al pericolo, dai free-climbers agli sciatori e a chi ne cavalca le vette in sella a una bici o le sorvola a volo d'angelo o in parapendio, ce n'è per tutti i gusti, con tecniche di ripresa che vanno dall'uso della go-pro al time lapse. È così che vediamo i ghiacciai letteralmente respirare, la lava uscire dai vulcani per trasformarsi in un mostruoso essere animalesco, assistiamo a slavine di proporzioni spaventose, vediamo torme di turisti dare l'assalto all'Everest, la montagna della sfida per eccellenza. A commentare tutto questo splendore c'è la voce (bellissima) di Willem Defoe e l'accompagnamento musicale di un'orchestra da camera che ci delizia passando da Beethoven, Vivaldi, Chopin e Schulthorpe alle musiche celestiali di Arvo Pärt. Un documentario imperdibile tanto per il suo valore antropologico quanto, soprattutto, per la qualità sopraffina di immagini che spesso diventano veri e propri quadri viventi. Non si vedeva nulla del genere dai tempi di
Koyaanisqatsi.
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