Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Non mi ha convinto del tutto. Questa volta il tragico dramma che dovrebbe emozionare e commuovere soffre in maniera eccessiva una narrazione ai limiti della lentezza e una durata forse sin troppo diluita. Tali sono i principali difetti che ineluttabilmente oscurano i buoni propositi nell'affrontare tematiche "impegnate" (violenza, abuso ed emancipazione femminile soprattutto, schiavismo e razzismo in misura minore). Sterilmente prolisso e monotono nel soffermarsi fino allo sfinimento sulla continua riproposizione dell'eterno ritorno dei medesimi frangenti, che avrebbero potuto (e dovuto) essere presentati assai più celermente e senza che per questo si fosse costretti a rinunciare alla benché minima efficacia, vanta tuttavia una eccellente prova degli attori, che hanno l'innegabile merito di rimediare a una non sempre adeguata scrittura di personaggi alla loro altezza. Complessivamente discreto, comunque e tutto sommato.
Paradossale che le migliori siano le sotto-trame che coinvolgono i (co)protagonisti "secondari", su tutti una imponente Sofia, che per fortuna riescono almeno a mantenere vivo l'interesse laddove la storia principale risulta invece assai debole. Apprezzabili l'inizio e la fine, infatti, ma si protrae troppo e si trascina con incertezza nella sua parte centrale, dove qualche taglio o modifica avrebbe giovato.
Musiche all'altezza e in tema con l'ambientazione. Buona colonna sonora.
Certamente una durata inferiore sarebbe stata auspicabile. Mai come questa volta se ne subisce il fardello, per essere un film di Steven Spielberg.
Non al meglio, bisogna ammetterlo. Credo vi si possa riconoscere una probabile "imposizione" di un film di tale genere e, di conseguenza, poco sentito e desiderato dallo stesso regista. Saprà rifarsi in futuro con altre opere di maggior qualità, ultima ma non meno importante War Horse.
Se non fosse per un'intensa e inedita Whoopi Goldberg, Celie sarebbe davvero "insipida".
Discreto il suo Mister Albert.
Sofia è la migliore del film, senza dubbio, anche a livello di scrittura, cui si aggiunge una non indifferente interpretazione per l'esordio della sorprendente Oprah Winfrey.
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