Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Sarà che dallo Spielberg del 1985 (anche se appena due anni dopo rintuzzerà tutti i difetti con lo splendido L’impero del sole, intignando ancora un poco sul melenso ma con tutt’altro stile…) non dovevo/potevo aspettarmi altro, ma la melassa che cola a palate, stavolta, risulta deleteria e voglio credere che, magari, senza questa palestra di tribolazioni procurate, non avremmo avuto nessun impero da ammirare.
Scrivo qui con l'insulina a livelli da ricovero ed ancora lacrime strappacore a furia di sorelle separate, neonati estorti alle madri, stupri incestuosi, povertà a valanga, schiavitù truccate da matrimonio, maltrattamenti a gogò, fughe, abbandoni, ricongiungimenti, scomparse, tradimenti e riappacificazioni. Un'epopea dai colori devastanti dove quello viola rappresenta più che altro gli svariati lividi che cospargono la pellicola. Un panorama da America nera anni '20 dove il più pulito c'ha la rogna - con finale ovviamente buonista fino all'inverosimile - e dove spargere presunto cinema di denuncia portò anche ad undici nominations!! (una anche come Miglior Ombra Proiettata Sul Muro).
Non ne beccò neanche uno di Oscar per fortuna - fortificandolo per il futuro -.
La ragione deve aver prevalso sulla stucchevole svenevolezza.
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