Regia di Akiyo Fujimura, Chie Hayakawa, Kei Ishikawa, Yusuke Kinoshita, Megumi Tsuno vedi scheda film
FEFF 21 - UDINE : FUORI CONCORSO - TEN YEARS E LA COSCIENZA SOCIALE DEL CINEMA Nacque tutto nel 2015, con un progetto intitolato appunto "Ten years", attraverso il quale cinque giovani registi di Hong Kong si sono cimentati ad immaginare la loro città, gli abitanti, le tendenze sociali e di costume, in un futuro ravvicinato corrispondente ai prossimi 10 anni. Il successo del film spinse altri paesi dell'Est del globo a cimentarsi in questo stimolante, avveniristico, ma ancje piuttosto inquierante progetto cinematografico. Dopo la Thailandia, col suo Ten Years capitanato addirittuta da Apichatpong Weerasetakul, e presentato a Cannes 2018 Fuori Concorso, è poi stata la volta di Taiwan, e del Giappone. Quest'ultimo progetto, sviluppatosi sotto l'egida e la supervisione di Hirokazu Kore-eda, presenta cinque visioni distopiche e davvero inquietanti di un futuro che mai vorremmo cosi vicino, se davvero si trattasse di quello vero.
1) Plan75, di Hayakawa Chie, si occupa del problema dello smaltimento di una vecchiaia improduttiva ed inevitabilmente esigente di assistenzialismo. Un cerotto indolore viene creato per concedere una dolce morte dapprima ai malati terminali che volontariamente lo richiedono. Poi il processo degenera in una cura di massima da utilizzarsi come correttivo economico per un risparmio di spesa pubblica non indifferente.
2) Mischievous Alliance di Kinoshita Yusuke, immagina un processo di controllo del cervello che condiziona già a partire dall'infanzia. Ci penserà un bimbo ribelle a disobbedire agli ordini prestabiliti, dando un filo di speranza al falkimento di una società di stampo cupamente orwelliano come quella di cui sopra.
3) Data di Tsuno Megumi immagina che un programma di "eredità digitale" disponibile in quel prossimo futuro, metta al corrente un bimbo di un passato inconfessabile a carico della madre, ufficializzando la fine di una privacy e di una libertà di agire mai compromesse e minacciate da quando si è iniziato a parlare di necessità di riservatezza e dati sensibili.
4) The air we can't see di Fujimura Akiyo vede l'umanità relegata nel sottosuolo come conseguenza di una micidiale guerra batteriologica di proporzioni catastrofiche in superficie. Una bimba curiosa viene indotta dalla amica ribelle a fuggire pwr raggjungere la superficie e poter ammirare quel che resta degli aplendidi ricordi della natura ormai apparentementw distrutta per sempre.
5) For our beautiful country di Ishikawa Kei racconta di un agente neaoassunto a cui viene dato lo scomodo compito di andare a comunicare ad una famosa artista che la propria opera inerente il reclutamento dei giovani per le guerre in terra straniera messe in ooera dall'esercito, è stato affidato ad un altro competitor. La donna non pare scioccata più di tanto, ma decisamente inquietante è la concezione che l'anziana ha del mondo del combattimento e del fronte per cui ella si è impegnata a favore di nuove chiamate alle armi.
In un modo o nell'altro, le cinque storie, non tutte qualitativamente alla medesima altezza, ma parimenti incentrate su ciò che potrebbe verosimilmente capitare al Giappone, e di conseguenza al mondo intero tra soli 10 primavere, delineano un futuro imperniato di pessimismo, se non proprio una visione catastrofica di una umanità che, snobbando il rispetto verso madre natura, verso i popoli confinanti e il prossimo in generale, si avvia verso una prematura, inesorabile ma certo meritata estinzione.
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