Regia di Corneliu Porumboiu vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2019 - CONCORSO
La corruzione dilaga nella polizia. Un ispettore implicato in loschi traffici di droga sa di essere pedinato, ma deve cercare di scagionare il boss mafioso, che gli ha già fornito un lauto anticipo. L'organizzazione del bandito lo porta a La Gomera, isola nel cuore dell'arcipelago delle Canarie, affinché costui apprenda un antico linguaggio locale che utilizza la fonetica del fischio per comunicare liberamente senza essere percepiti.
Succederà di tutto, tra spie e spiati, traditi e traditori, suggestive ed esclusive locations isolane, sinuose spie che paiono bondgirls e musica classica sublime "che non scoraggia la clientela del resort, ma anzi la educa". Porumboiu gira benissimo un noir complicato e cervellotico suddiviso in capitoli dai titoli colorati e sintetici. Costellato di alcune citazioni sfrontate e rischiosissime di classici inavvicinabili, che si rivelano di fatto ironicamente riuscite, la vicenda procede ingarbugliata quanto basta per acquisire fascino, con scatti di violenza poco preventivabili ed un apoteosi tra musica classica e pirotecnia artificiale lungo un finale esplosivo ed esagerato che ci conferma di trovarci dentro uno scherzo semiserio d'autore, girato con la capacità tecnica e la perizia che riconosciamo da anni al grande regista romeno, in vena stavolta di cambiare registri, schemi e pure ambientazioni.
Con questo film acquisisco la conferma di come La Gomera si presenti come il paradiso misconosciuto e lontano dalle folle turistiche delle altre isole Canarie, una meta a cui aspiro da tempo, da visitare assieme all'altra quasi sconosciuta e selvaggia Hierro.
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